«Vi raccontiamo cos’è la mafia»
Partecipato incontro col procuratore Giancarlo Caselli e Margherita Asta, la cui famiglia è stata cancellata da una bomba di cosa nostra. Stamani l’incontro coi ragazzi delle scuole

Due testimonianze su cos’è la mafia, due modi di intendere la battaglia contro Cosa nostra, da vittima e da magistrato. Entrambi con l’unico scopo: sconfiggere un’organizzazione che uccide uomini e donne, ma anche bambini, anziani, innocenti. Spesso solo con l’unica colpa di trovarsi al posto sbagliato al momento sbagliato, come Barbara Rizzo la mamma di Margherita Asta, saltata in aria assieme ai suoi due figlioletti di sei anni, i gemellini Giuseppe e Salvatore: erano sulla traiettoria dell’esplosione che avrebbe dovuto uccidere il giudice Carlo Palermo, il 2 aprile 1985.
Strage di Pizzolungo l’hanno chiamata, un fatto che turbò a fondo le coscienze del Paese, ma nonostante questo Cosa nostra continuò a uccidere: magistrati, politici, appartenenti alle forze dell’ordine, affiliati. Una strage continua.
E se oggi Margherita Asta si batte con Libera per sensibilizzare e denunciare, lo Stato negli anni ha risposto coi suoi uomini.
Alcuni hanno perso la vita. Altri, come Giancarlo Caselli, sono qui a raccontare la loro esperienza. Come avvenuto nella serata di ieri a Gavirate a Villa De Ambrosis, dove nella sala comunale il procuratore Caselli ha raccontato la sofferta decisione di trasferirsi a Palermo dopo essersi occupato di terrorismo a Torino e della necessita di mantenere il 41 bis per i reati di mafia.
Un percorso lungo e tortuoso che ha dato i suoi frutti ad un costo elevatissimo in termini di sacrificio e di vite umane.
Di tutto questo parleranno oggi, 27 maggio, questi due interpreti dell’impegno civile alle scuole: alle 10 il giornalista di Varesenews Roberto Rotondo modererà l’incontro all’auditorium delle scuole medie per far ascoltare ai più giovani le testimonianze in prima persona di chi la battaglia alla mafia la sta ancora oggi combattendo.
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