Stie, un buco senza fondo
Appena dopo le elezioni comunali scoppia il caso Stie. Un anno di richieste economiche che hanno portato il costo del servizio a quadruplicare, ma ora la fine sembra vicina
E’ da quasi un anno che il comune ha a che fare con il problema del trasporto pubblico in città. «5 giorni dopo la mia nomina -ricostruisce l’assessore ai trasporti pubblici, Claudio Fantinati- scopro che Stie non intendeva continuare la gestione del servizio». Il 1 giugno 2011, infatti, scadeva la concessione all’azienda che non aveva intenzione di proseguire a causa di una perdita economica costante. Il comune metteva così mano al portafoglio versando 146mila euro come integrazione delle tessere oro, quelle per i pensionati. Quel versamento unito anche all’orario estivo ridotto ha permesso al servizio di continuare per tutti i tre mesi successivi. Nel frattempo, però, un’inchiesta di VareseNews mostrava come fosse precaria la sicurezza a bordo dei bus e, per una infelice coincidenza, le cronache locali si sono dovute occupare di due diversi incendi scoppiati sui bus griffati Stie, uno dei quali ha completamente distrutto il mezzo.
Ma con l’inizio dell’anno scolastico, Stie conferma la volontà di andarsene. Sono giornate di trattative serrate tra Palazzo Gilardoni e i vertici della società che culminano con un accordo: il comune avrebbe versato 58mila euro al mese a Stie che, aggiungendosi a quelli regionali, portano il costo del servizio a 3 milioni di euro all’anno. «Una cifra sproporzionata per la qualità offerta» commenta l’assessore stesso, “padre” dell’accordo «ma che era l’unica soluzione percorribile». Tutte le società invitate a subentrare a Stie, infatti, da sempre rispondono un cordiale “no, grazie”. E così fino ad oggi, Stie è sopravvissuta grazie ad 1,6 milioni di euro provenienti dal Pirellone, 1,1 dalle casse del comune e soli 300mila euro dalla vendita dei biglietti.
La situazione è riesplosa il 10 febbraio con l’inizio della procedura di mobilità per i dipendenti che porterebbe dal 1 aprile all’interruzione del pubblico servizio. Una notizia che ha portato due settimane dopo i vertici del comune ad incontrare i tecnici dell’assessorato regionale che «potrebbero intervenire con ulteriori risorse economiche», annuncia Fantinati. Ma di aziende che vogliano subentrare a Stie, a queste condizioni, non ce ne sono. E così il prossimo capitolo di questa storia verrà scritto solo nel pomeriggio di giovedì 22 marzo quando è in programma un incontro con l’assessore regionale per capire il futuro del trasporto pubblico nella 5° città della Lombardia.
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