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Che fine ha fatto il lago delle tartarughe?

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4 Ottobre 2012

laghetto pineta alta montegrinoPubblichiamo la lettera firmata di un lettore che segnala il cambiamento di un luogo a lui caro. Siamo a Montegrino Valtravaglia, nel Luinese.
Il laghetto non si chiama "delle tartarughe", bensì "laghetto della pineta alta" in località Bolle.
(ac)

Dieci anni fa, io, mia moglie e i miei due figli abbiamo comperato la seconda casa a Luino e ci siamo messi subito in esplorazione per conoscere panorami, luoghi visitabili, ristorantini e posti per picnic nei dintorni. Ne abbiamo scoperti un’ infinità e ancora adesso riusciamo a scoprirne di nuovi a pochi chilometri da casa.
L’angolo di natura che più ci ha colpiti, tanto da mostrarlo a tutti i nostri ospiti con orgoglio come se fosse qualcosa di nostro, era il laghetto della Pineta alta di Montegrino.
Era un vero angolo di paradiso, una radura contornata dal bosco di abeti, larici e betulle e impreziosita da un laghetto coperto di ninfee e popolato di pesci, ranocchie e tartarughe d’acqua, magari portate da chi, acquistate per l’acquario di casa, le ha viste crescere a
dismisura e ha trovato il modo di disfarsene senza crisi di coscienza.
Il laghetto, contornato da un sentiero con il ponticello, le panchine in legno , al sole e all’ombra, è sempre stato tenuto in ordine e pulito.
Proprio per la presenza delle tartarughe lo abbiamo ribattezzato “il Lago delle tartarughe”
Al lago delle tartarughe abbiamo fatto dei picnic favolosi con o senza barbeque, con i nipotini
che andavano a raccogliere i rametti e le pigne per accendere il fuoco e che correvano dietro a un pallone sul prato enorme. Tanto enorme che anche il giorno di Ferragosto c’era posto per tutti.

E poi, la notte di San Lorenzo, l’osservazione delle stelle cadenti accompagnati dalla musica di cantanti chitarristi reclutati per l’occasione e una grigliata all’aperto da consumare su tavolacci e panche il legno da rimuovere a fine festa.
Gli organizzatori non avevano bisogno di farsi pubblicità, perché di gente ne veniva a sufficienza per riempire i tavoli e consumare tutto quello che veniva messo sulla brace. Una volta che di gente ne è venuta troppa, si sono lamentati bonariamente fra loro perché “era venuta su gente anche da Luino”

C’era solo qualche disagio, comunque sopportabile: Qualche maleducato che lasciava
scorrazzare i propri cani senza guinzaglio (tanto non fanno niente, sono buoni), bambini che con l’aiuto dei genitori facevano il tirassegno alle tartarughe con le pietre o cercavano di pescare i pesci costruendo zattere rudimentali con i legni dei pallets, qualche rara comitiva che rompeva la quiete di questo paradiso, non con le risate o i canti, ma imponendo la musica metallara da uno stereo.
E poi la mancanza di servizi igienici a cui si sopperiva appartandosi nel bosco o scendendo di qualche centinaio di metri fino alla piazza della chiesa di Montegrino dove una trattoria antica-maniera offriva insieme al caffè o al gelato l’uso della toilette.

Era?

Si perché da qualche tempo le cose sono cambiate e, come al solito, in peggio.
La trattoria si è allargata all’esterno, sulla piazza, non con una  struttura rustica in stile con il resto, ma con un dehors in vetro e metallo e poltroncine in pelle bianca degni di un Bistrot sugli Champs-Elysées.
Nella radura sono stati eliminati degli alberi per costruire, proprio vicino al laghetto, una tettoia moderna in legno, pavimentata e aperta sui quattro lati, talmente alta che non servirebbe nemmeno a riparasi dalla pioggia. A fianco, sono stati installati due giochi per i bambini (n° 1 altalena e n° 1 scivolo con casetta) con tanto di pavimentazione sintetica per non farsi male in caso di caduta (ma l’erba non era abbastanza soffice?) I bambini, questi “parchetti giochi” li trovano ormai dappertutto e dopo il primo quarto d’ora di curiosità si trasferiscono su quel che è rimasto del prato.
Alla mancanza di toilette si è rimediato con due WC chimici, di quelli da cantiere che si usano solo in caso di estrema necessità con la sensazione di essere protagonisti di “Non aprite quella porta – 2, la vendetta”
E il laghetto? L’ultima volta che l’abbiamo visto, proprio sulla sua riva avevano installato una specie di palco, evidentemente usato per le feste, fatto di tubi da impalcatura con assi da ponte e una rete di plastica arancione per impedirne l’accesso.

Le prossime volte che andremo a Luino ci metteremo alla ricerca di qualche angolo ancora integro.
Non credo che troveremo qualcosa di simile al lago delle tartarughe, ma se lo troveremo non lo faremo sapere a nessuno per paura che ci mettano mano nell’intento di….“migliorarlo”!
Un estimatore di Montegrino

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