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Coraggio Claudio, non mollare

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15 Ottobre 2004

Apro sulla pagina di Varese la Prealpina di mercoledì, c’è la foto del presidente del Bosto, che strano anche qui basket, guardo meglio e allibisco. Ripenso a certe sere invernali in cui passavo a prendere da Claudio i palloni per gli allenamenti, mi apriva a volte il papà o la mamma, due personcine avanti con gli anni di una gentilezza disarmante (dev’essere un vizio di famiglia): penso a loro. Penso al fratello, stimatissimo professionista, che ho personalmente conosciuto. E che dire di Lui, il presidente, da quello che mi è dato sapere, persona sempre disponibile e correttissima. Mi aveva telefonato lunedì sera perché voleva affidarmi una sua squadretta rimasta senza allenatore, non voleva abbandonare i suoi ragazzi: benché io fossi parecchio impegnato (oramai i datori di lavoro, di ogni genere e specie, sfruttano alla grande), mi ha fatto piacere l’invito e non ho saputo dire di no, sarei dovuto andare mercoledì sera all’allenamento e avrei cercato di spiegargli le mie difficoltà, ma so che alla fine mi avrebbe convinto e sarei capitolato: superfluo dire che quell’allenamento non si è tenuto.

Sono colpito e dispiaciuto, no sono profondamente addolorato. Sono anche preoccupato per Claudio, non vorrei crollasse. Non mi piacciono i processi sommari, i processi agli individui li deve fare l’autorità giudiziaria. Che diritto ha la società, questa società (!), di esporre alla pubblica gogna gli indagati e le loro famiglie. Ah già, il diritto di informazione, peccato però che certe notizie, poi, vengano o meno amplificate con criteri che non rispondono certo a logiche di eticità. Già ma la società ha le sue regole, la quale società? La società che punisce, la società senza peccato e senza colpa, in Varese soprattutto (il giardino d’europa); bè certo ci sono i mostri e vanno estirpati, ma si a rogo anche i familiari, dagli all’untore! Per fortuna che i mostri non sono poi tantissimi e soprattutto non sono certamente rappresentativi della società (quale società?, ma come quale, la nostra, quella con giacca e cravatta che ci rassicura su carta patinata o su schermo, che poi, adesso, non ha più neanche bandiere politiche, anzi le bandiere ci sono ma hanno tutte gli stessi colori, quelli dell’insipienza, della mediocrità e della disonesta intellettuale), ci mancherebbe altro.

Peccato che nel frattempo le famiglie non rappresentino più quel riferimento sicuro per i figli (e non gliene frega niente a nessuno, se non per fare qualche convegno o qualche comitato o qualche raccolta di fondi o qualche incarico), le istituzioni (distratte da compiacimenti e obiettivi non sempre ortodossi), e, ahimè, alcuni loro autorevoli rappresentanti adottino spesso comportamenti immorali o quantomeno discutibili, dalle scuole scompaia la filosofia (pensare fa male, è meglio formare tanti tecnici specializzati, d’accordo, ma per piacere facciamo studiare a tutti la filosofia, la matematica e il diritto, servono per la vita), in televisione conti solo l’audience (per cui se un esperto in una trasmissione tematica parla, che ne so, di aminoacidi, termine oramai conosciuto anche alle elementari, il medio-mediatore televisivo invita a non parlare difficile, per cui spesso si è costretti a spegnere, vista la banalità e la superficialità con cui devono giocoforza essere trattati gli argomenti) e così oramai siamo costretti a vedere, con tutta la famiglia (per me, infatti, sarebbe violenza anche allontanare i bambini dal televisore, e tra le varie forme di violenza bisogna scegliere quella che, si spera, faccia meno danni), quelli del grande fratello che mimano coinvolgenti amplessi e peti, questi non mimati (a quando la cacca in differita?), o la Parietti nuda in prima serata con un velo trasparente addosso (bè certo è ancora una bella gnocca) che non lascia proprio nulla alla immaginazione, ecc..

Ma si che c’importa, tanto qui i mostri li scovano, certo che si, mettono anche le loro foto sul giornale, possiamo dormire tranquilli. Su e adesso ripetiamo tutti assieme: meno uno, meno due….
Coraggio Claudio, non mollare, spero presto Tu possa chiarire tutto, e ricorda la Tua famiglia e i Tuoi amici hanno bisogno di Te.

Lettera firmata

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