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L’erosione delle Alpi e la desertificazione

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29 Giugno 2012

Caro direttore
Gentile direttore, c’è il pericolo che a fine secolo sarà tutto desertificato per il processo di scioglimento nell’andirivieni dei ghiacciai, che sembra essere più rapido rispetto ad epoche passate; inoltre, non avvolte dalla “corazza di sicurezza”, le grandi montagne diventeranno più fragili, quasi come i conti dello Stato o dei partiti ma questa è un’altra storia; nel contempo l’erosione delle acque tenderà a sgretolarle, in sedimenti, uniformandole sui 2000 m, con conseguente mancanza di alimentazione fluviale, nel disgelo, anche se “le faglie continentali” spingeranno “sempre più in alto”, però con differenti effetti nel tempo.
Le coste, sommerse dall’innalzamento del l.s.m. per l’aggiunta delle acque del Polo Nord, arretrerebbero nell’entroterra, per cui si troverà una via di mezzo per continuare a vivere su nuovi equilibri, mai stabili, abituandosi andando “dietro l’onda”; mi salta in mente quel signore ospite da Mike Bongiorno che disse come spianando parte del passo del Turchino si sarebbe ovviato all’inconveniente della formazione di nebbia nella pianura Padana.
Valenti geologi hanno precisato che Annibale attraversò le Alpi dove non c’era un ghiacciaio ora presente, a riprova delle metamorfosi in atto, mentre nell’ultimo secolo si sono ritirati in modo preoccupante e presto bisognerà mediamente “pescare più a fondo”, per salvare il mondo, non escludendo preghiere per un intervento Divino.
In ogni caso, certe notizie sono abbastanza “raggelanti”, pur nell’afa quotidiana e nel frattempo, non resta che sperare di poter volentieri sopportare nuovi “spread di glaciazioni”, per tirare avanti; scusate se è poco e fortunatamente l’uomo ha dimostrato capacità di adattamento camaleontiche, in situazioni estreme, prescindendo dall’arrivo all’inconscia possibilità di attivare la sua stessa autodistruzione, perdendo i lumi della ragione superando i limiti concessi dalla natura, vera padrona della situazione.
E’ proprio vero che “… saran potenti i Re ma quando qui si siedon son tutti come me” e aveva ragione anche Totò con la sua “A livella”.
Grazie.

Valter Abele Zaccuri

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