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L’Italia, il Paese dei primati (negativi)

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8 Dicembre 2014

Egregio direttore, 

«Questi sono tutti malviventi», ebbene si, quanto è veritiera oggi la frase che ha reso famoso il senatore Razzi.
Non ci bastava la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta, la sacra corona unita, la micro criminalità nazionale e quella importata a rendere questo Paese invivibile, ogni tanto ci si accorge, dai recenti ed attuali fatti di cronaca, che abbiamo membri appartenenti a questa classe politica degni di far concorrenza a queste mafie storiche, fiore all’occhiello della nazione.
Che cosa è oggi l’Italia, oggettivamente è uno Stato con tanti primati negativi, cominciamo dal fisco: uno dei più opprimenti e vessatori al mondo in cambio di pessimi servizi erogati ai cittadini.
Uno potrebbe pensare che almeno con tali entrate il debito pubblico sia tra i più bassi in Europa invece no abbiamo il terzo debito pubblico mondiale a causa di una classe politica che ha utilizzato in decenni il denaro pubblico nel proprio interesse di bottega per non parlare del suo spreco in grandi e piccole opere pubbliche incompiute e costose, grandi eventi, emergenze varie, privilegi, che alimentano un fiume di denaro in parte destinato alla spartizione di tangenti a tutti i livelli.
Un altro primato che ci fa svergognare, oltre ad avere la più alta incidenza di criminalità organizzata, è quello di essere il Paese tra i più corrotti in Europa.
Con quale coraggio, incoscienza o sfacciataggine questo Governo appoggia la candidatura di Roma alle future Olimpiadi sapendo così di alimentare ulteriormente il debito pubblico con l’ennesimo spreco di risorse, opere incompiute, inutilizzate e malaffare mentre nel Paese più di sei milioni di cittadini vivono sotto la soglia di povertà.
Per non farci mancare niente siamo un popolo che ha consapevolmente inquinato e deturpato uno dei più belli, per la sua varietà, territori al mondo.
Un Paese, un tempo patria riconosciuta del diritto, in cui la certezza del diritto e la sicurezza personale sono aleatorie in quanto vige una giustizia sempre più garantista e buonista con i criminali ma incurante dei diritti delle vittime.
Un Paese la cui Costituzione è calpestata continuamente da una classe politica che utilizza la Democrazia come alibi e la Politica come strumento di potere personale e fonte di privilegi lasciando alle future generazioni nessun futuro se non quello di emigrare.
Partiti che ancora oggi e senza pudore fanno a gara a chi promette di più al fine di accedere al potere ed alla spartizione dei resti di quel che rimane del Paese.
Purtroppo la rassegnazione regna sovrana e lo si vede dalla scarsa affluenza alle urne e dalla stagnazione economica, non ci sono segni che fanno sperare in una rinascita culturale e morale negli italiani sempre più insofferenti alle regole privi come sono di esempi che vengono dall’alto.
Ultimamente sono stato critico per la piega che ha preso il Paese in questi ultimi anni, sopratutto per il suo degrado morale tuttavia ero speranzoso che le forze sane esistenti ritrovassero quell’orgoglio, la forza di volontà e l’energia morale per reagire al declino, invece mi devo ricredere.
Stiamo vivendo, con una velocità che non mi aspettavo, il declino inarrestabile dell’Italia, ultimo atto di un dramma in cui tutti noi, da NORD a SUD nessuno escluso, siamo responsabili, i sintomi sono quelli che nella Storia hanno accompagnato il declino dei popoli e delle nazioni.

Aurelio Cangemi

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