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Le regioni italiane non hanno governatori, ma presidenti

attilio fontana
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6 Dicembre 2022

Egregio Direttore,

non so quante volte l’ho detto, scritto e ripetuto che in Italia le Regioni sono amministrate da Presidenti e non da Governatori. Politici, politologi, giornalisti e conduttori TV continuano, imperterriti, a chiamarli governatori. Non hanno ascoltato nemmeno il prof. Francesco Sabatini, linguista dell’Accademia della Crusca, la massima autorità della lingua italiana, che più volte lo ha ribadito. Spero che costoro leggano e memorizzino la spiegazione che fa al riguardo detta Accademia nella seguente pagina, che riporto parzialmente.

Da accademiadellacrusca.it

«Le regioni italiane non hanno governatori, ma presidenti – Consulenza Linguistica – Accademia della Crusca
Alcuni lettori ci chiedono se sia opportuno usare, come i media fanno ormai da tempo, il termine governatore riferito ai presidenti delle regioni; una lettrice chiede anche quale sia la forma del femminile. Dunque governatore è parola antica, pienamente italiana. Ma non è corretto utilizzarla per designare i presidenti delle regioni in Italia, anche se ha nella sua lunga storia precedenti di stampo istituzionale, ai più diversi livelli e in differenti ambiti (civile, religioso, amministrativo, militare ecc.). Il valore che le si attribuisce oggi è, come si diceva, quello che assimila il ruolo denominato a quello del capo del governo di uno stato aggregato ad altri in una federazione governata da un presidente, come negli USA. Questa caratteristica non si dà in Italia, né nell’ordinamento statuale né in quelli regionali. Ma è vero che l’uso e l’abuso della parola in parte rispecchiano una realtà politica e istituzionale in evoluzione (dei presidenti di regione verso il ruolo e i poteri del governatore americano, delle regioni verso una specie di stato) e il desiderio o l’ambizione non nascosti dei capi delle giunte regionali, specie dopo che il sistema elettorale li ha fortemente messi in rilievo. Usando allora governatore, i giornali e la gente avallano un (modesto) abuso istituzionale e favoriscono un evidente progetto politico. Chi non approva l’uno e non condivide l’altro, farebbe bene a starci attento a usare la parola, anche se temo che ormai sia tardi per far retrocedere certi presidenti di regione dal rango superiore dei governatori a quello di semplici presidenti. Ancora più difficile indurre i media alla precisione invece che allo stereotipo».

Distinti saluti
Martino Pirone

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