Ma qual è la “koinè dialectos”?
20 Aprile 2007
Egregio Direttore,
è veramente divertente l’appassionante “querelle” che divide i leghisti e l’assessore UDC di Saronno.
La materia del contendere riguarda il nostro vecchio modo di parlare: si tratta di “lingua lombarda” o di dialetto?
Il segretario leghista si straccia le vesti e accusa l’assessore, addirittura, di “fare affermazioni deliranti”, di “razzismo linguistico” e, per finire, di “malafede nazionalista”.
Dimentica però di portare argomenti convincenti rispetto alla sua tesi a favore dell’esistenza di una lingua lombarda.
Di quale lingua parla infatti? Del meneghino o del bergamasco? Del bosino o del bresciano? E cosa ci dice a proposito dell’isoglossa di Busto Arsizio?
Mi sembra in tutti questi casi difficile l’identificazione di un denominatore comune che elevi questi dialetti al rango di lingua.
Dialetti che sono certamente da rispettare, da riscoprire e da tutelare naturalmente, ma che sono senza ombra di dubbio cosa ben diversa da una lingua nazionale.
E quale sarebbe, in ogni caso, la loro “koinè dialectos”?
Mi sembra, insomma, che la materia necessiti di ben altro livello di discussione rispetto a quello proposto dal segretario leghista saronnese.
E non sarebbe forse inopportuno, a questo proposito, qualche corso di recupero magari organizzato dalla stessa scuola bosina di Varese.
Ripartendo, magari, da Ciullo d’Alcamo.
Un cordiale saluto
Gallarate
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