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Quanto ci manca Enrico Berlinguer

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22 Maggio 2022

Ricorre tra pochi giorni il centenario della nascita di Enrico Berlinguer, certamente il leader comunista che più di tutti ebbe il coraggio di affrontare apertamente il tema del rinnovamento del partito su scala internazionale, sfidando le strutture di quel tempo.

Sarà un ricordo in tono minore e anche tragico perché coincide con l’assurda guerra tra Russia e Ucraina, due popoli con radici linguistiche, politiche e religiose comuni, incapaci di stabilire rapporti di reciproca sicurezza, entrambi caduti nella trappola perversa di chi favorisce le guerre lontano dai propri confini nazionali, al solo scopo di incrementare la produzione e il commercio delle armi, rischiando prima o poi di finire sul baratro della guerra nucleare. Oggi Enrico Berlinguer ci manca, così come ci manca quel suo partito che aveva fatto grande l’Italia e che era stato determinante nella lotta contro il nazifascismo.

Di Berlinguer tutti si ricordano il coraggio nel proporre qui in Italia il “Compromesso Storico” ma sopratutto la sua lezione sulla libertà fatta il 27 febbraio 1976 al XXV Congresso del PCUS dove propose a quella assemblea di burocrati incalliti la via italiana al socialismo con la partecipazione in un sistema pluralistico e democratico fatto da diversi partiti. Ma non fu compreso anche per quel clima di diffidenza che circolava in quegli anni per l’incidente o attentato subito da Berlinguer a Sofia in Bulgaria il 3 ottobre 1973, nel corso della sua visita ufficiale, episodio mai completamente chiarito. Di Berlinguer si dice che non riuscì a portare a termine il suo progetto riformatore, dimenticandosi però che sulla sua strada intervennero i servizi segreti occidentali che attraverso le Brigate Rosse uccisero Aldo Moro. Berlinguer oggi sarà ricordato da due categoria di persone. Le prime da coloro che platealmente lo hanno tradito e che oggi militano principalmente nel PD che con Occhetto, D’Alema e Veltroni hanno cercato di archiviare quella stagione storica, dichiarando di non essere mai stati comunisti e quindi di essere stati anticomunisti, attratti si disse, dalle sirene del mercato, e che con lo scioglimento del P.C.I. favorirono la nascita della LEGA di Bossi e FORZA ITALIA di Berlusconi. La seconda categoria di persone che lo esalteranno sono coloro che in quel periodo non sono mai stati iscritti nel PCI, ma che allora lo criticarono sempre, preferendo la militanza quasi sempre in comodi gruppi extraparlamentari. Chi scrive, di Berlinguer ha un ricordo molto personale quello di aver fatto parte del servizio di sicurezza quando venne a Varese nel febbraio del 1981 a parlare in quel Palazzetto pieno all’inverosimile. Quando fece ritorno al City Hotel dopo una breve passeggiata lungo la via Medaglia D’Oro, strinse la mano a tutti i compagni prima di ritirarsi nella sua camera. Presenti c’erano anche alcuni vecchi compagni storici di Belforte, come Bellora e Grassi, che non condivisero le critiche mosse per l’invasione dell’Afghanistan da parte della Unione Sovietica. Furono anche tentati di manifestare apertamente il loro dissenso ma non lo fecero. Per questo posso dire di aver conosciuto personalmente Enrico Berlinguer.

Emilio Vanoni Induno Olona

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