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Una tassa per la pace

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29 Novembre 2022

Io credo che oggi tutta l’Umanità aspiri alla Pace, sopratutto l’Europa. Ma come mai non si riesce a realizzare la pace. Perchè intorno alle guerre e quindi al commercio e alla produzione delle armi ci sono interessi economici e finanziari immensi. Papa Francesco propone che per la pace ci vuole una sana creatività.

La prima proposta si potrebbe fare é quella si istituire insieme al Ministero della Guerra, il Ministero della Pace, una speciale organizzazione governativa finalizzata a monitorare nel mondo i focolai dove possano nascere tensioni internazionali di guerra.  In pratica un organismo che dovrebbe prevenire la guerra, quello che é mancato nella guerra in corso in Ucraina ma che ebbe inizio nel 2014 ma che é deflagrata in tutto il suo orrore alla fine del mese di febbraio di quest’anno. Questo é mancato in Italia per responsabilità di tutti quei partiti ossessionati solo della ricerca del consenso elettorale, troppe volte violando la nostra Costituzione.

La seconda proposta, che potrebbe sembrare provocatorio, istituire “Una Tassa perla Pace”. Il popolo vuole la Pace? Allora se la paghi. L’idea mi è venuta oggi nel vedere l’incontro di quella moltitudine di ragazzi della scuole con l’incontro con papa Francesco, educare alla pace. Questi innocenti ragazzi animati da un grande entusiasmo, ma che non sanno che i loro genitori e nonni, compreso che scrive, non sono stati capaci in questi anni a garantire la Pace alle future generazioni, al punto tale che quest’anno saremo costretti a festeggiare il Santo Natale con le immagini strazianti della guerra in Ucraina.

Perchè una tassa sulla Pace? Credo che sia noto a tutti della nostra totale dipendenza economica, finanziaria e militare con gli Usa. Tutti sanno che tutti i Presidenti Usa hanno sempre dichiarato che nessuno al mondo può pensare di mettere in discussione il livello dei consumi degli americani, cioè il loro tenore di vita. Gli USA sanno infatti che se
dovrebbe scoppiare la Pace, loro vanno in crisi, dato che la forza della loro economia si basa sul commercio e sulla produzione della armi, al pari della Russia e della Cina. La tassa per la pace poterebbe essere quello di destinare il 2% del nostro PIL alla pace, in cui una parte va in America e alle nostre fabbriche di armi e l’altra dovrebbe andare ai paesi poveri per il loro sviluppo e frenare almeno in parte il flusso migratorio, nella speranza che i fondi siano destinati veramente allo sviluppo economico e non finiscano nella corruzione.

Come contropartita l’America si dovrebbe impegnare a ritirare le armi atomiche presenti sul nostro territorio, mentre le nostre fabbriche d’armi dovrebbero ridurre la loro produzione belliche e convertirsi a fare che ne so, treni, auto elettriche, autobus ecc. ecc. Non chiedo l’uscita dell’Italia dalla NATO come lo chiede il movimento pacifista; potrebbe essere troppo pericoloso.

Qualcuno potrà obiettare: Ma come, noi dovremmo finanziare gli Usa il paese piùricco del mondo? Ma scusatemi, sono o non  sono i nostri padroni? Il popolo vuole la Pace? Se la paghi. D’altra parte chi avrebbe mai pensato l’anno scorso che nel cuore dell’Europa potesse scoppiare la guerra? E chi ci garantisce che anche l’Italia potrebbe diventare domani, luogo di scontro tra la NATO e la Russia? Meglio una tassa sulla pace piuttosto che fare la fine dell’Ucraina o no? La mia é una proposta provocatoria? Ma quale provocazione? La mia è una proposta seria e realistica, più realista del Re!

Emilio Vanoni – Induno Olona

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