I fondi ci sono. È ora di impiegarli
Inquilini sul piede di guerra. I sindacati chiedono una piattaforma provinciale per l'affermarsi di una politica sociale della casa
Riceviamo e pubblichiamo Il problema della casa in affitto sta assumendo sempre più un aspetto "sociale"; numerose sono le categorie di cittadini che si trovano in difficoltà nel momento in cui sono chiamate a risolvere il problema abitativo; non solo quelle tradizionalmente svantaggiate come i lavoratori precari, i disabili e gli immigrati, ma anche categorie "normali" : pensionati, giovani coppie, famiglie monoparentali o comunque con un solo reddito. Le Segreterie Territoriali di
– È la domanda che somma a condizioni d’effettiva esclusione abitativa (situazioni di non casa o d’alloggiamento improprio) anche condizioni di grave svantaggio sociale; a questa parte, prima ancora dell’offerta dell’alloggio, dovrebbe essere dedicata una politica dell’accoglienza e d’accompagnamento sociale con interventi e progetti mirati di lotta alla povertà. – È la domanda in condizioni di svantaggio economico che a causa dell’eccessiva onerosità dei canoni di locazione ha dovuto accettare drastiche rinunce sulla qualità abitativa e mantiene condizioni di grave disagio da inadeguatezza dell’alloggio, oppure è a rischio d’espulsione o esclusione dal mercato privato dell’affitto; per questa domanda, che si è in parte, ma non del tutto, riversata nelle graduatorie per l’assegnazione di un alloggio pubblico o allo sportello per l’erogazione del Fondo di Sostegno all’Affitto, la risposta più adeguata è ancora oggi rappresentata da un’offerta pubblica di alloggi a "prezzo sociale". – È la domanda di un’area sociale in difficoltà a sopportare il libero mercato e che allo stesso tempo non può accedere all’assegnazione di un alloggio pubblico per superamento del limite di reddito, cui si deve rispondere con un’offerta di abitazioni ad affitto "moderato" da costituire attraverso programmi d’edilizia residenziale in locazione che sperimentino modalità nuove dell’intervento pubblico od utilizzando al meglio le opportunità e le possibilità offerte dalle normative relative alla disciplina delle locazioni (canoni concordati stabiliti dall’art. 2 comma 3 legge 431/98). Un quadro generale del disagio abitativo è riproducibile anche per la realtà territoriale della Provincia di Varese a partire dalle stime di fabbisogno esistente :
di famiglie che chiedono di ottenere un alloggio pubblico (potrebbe trattarsi di un dato sotto-stimato essendo il bando risalente al 2000): , previsto dalla legge 431 approvata dal Parlamento nel 1998; nel 2002 si stima un aumento del 20% delle domande presentate; Da questa analisi sommaria dei fabbisogni abitativi ne consegue che nella Provincia di Varese per riuscire a dare una risposta concreta al disagio abitativo esistente, bisogna operare con una strategia d’offerta integrata riferibile sia all’area dell’esclusione abitativa, che a quella del grave disagio o del disagio diffuso; lo strumento operativo è offerto dal Programma Regionale per l’Edilizia Residenziale Pubblica (PRERP) per il triennio 2002-2004 concordato tra la Giunta Regionale e le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori e degli Inquilini e approvato dal Consiglio Regionale lo scorso 8 ottobre 2002; si tratta di stanziamenti per circa 890 milioni di Euro (gli ultimi contributi ex Gescal per la Lombardia) che verranno ripartiti fra Comuni, ALER, Cooperative, Imprese, Fondazioni e Terzo Settore, offrendo 238 milioni di Euro per costruire alloggi a canone sociale, 218 milioni di Euro per alloggi a canone moderato, 116 milioni di Euro derivanti dalla vendita di alloggi ALER per manutenzioni straordinarie e nuove realizzazioni, 71 milioni di Euro finanziati dalla legge 21/2001 per alloggi in affitto agli anziani, 70 milioni di Euro per contratti di quartiere, 25 milioni di Euro per la locazione temporanea, 72 milioni di Euro per il Fondo Sostegno Affitto e 72 milioni di Euro per i mutui prima casa.
Nel bando si privilegia chi costruisce per la locazione permanente allocando per questo tipo di locazione il 65% delle risorse disponibili.
CGIL-CISL-UIL e SUNIA-SICET-UNIAT ritengono che la questione della casa in affitto debba rientrare nelle priorità sociali delle Amministrazioni Comunali e chiedono quindi alle stesse di attivarsi affinché le risorse allocate alla Provincia di Varese dal P.R.E.R.P. siano pienamente utilizzate sul territorio ad iniziare dal Comune capoluogo. |
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