«Ricordare anche i federalisti interni come Gianfranco Miglio»

Intervento del segretario cittadino della Lega Nord in occasione del 25 aprile

riceviamo e pubblichiamo

 

Il 25 aprile ricordiamoci che i partigiani non furono di una sola parte politica. Ci furono partigiani rossi e bianchi. Non dimentichiamoci che tra tutti questi, vi furono anche i Federalisti Interni, coloro che promuovevano il Federalismo come ideale di pace e libertà all’interno dell’Italia e dell’Europa. In piena Guerra Mondiale questi uomini proposero l’unificazione europea attraverso il Federalismo. Questa idea dirompente dovrebbe portare questi personaggi tra i padri fondatori dell’Europa, ed invece troppo spesso vengono dimenticati.

Tra questi federalisti possiamo ricordare Gianfranco Miglio, che dal 1943, insieme a Tommaso Zerbi (che fu membro dell’Assemblea Costituente) partecipò al Cisalpino, foglio clandestino per la diffusione delle idee autonomiste e federaliste in seno agli ambienti cattolici. Gianfranco Miglio continuò a lavorare per una riforma costituzionale federalista fino alla sua morte nel 2001. Ricordiamo anche lo stesso Don Sturzo, fondatore del Partito Popolare, che Gianfranco Miglio fece in tempo a conoscere negli ultimi anni della sua vita. Don Sturzo non aderì alla Democrazia Cristiana in polemica con il dilagante centralismo e statalismo economico. Secondo Gianfranco Miglio, Don Luigi Sturzo ormai viveva esule in patria e si sentiva estraneo ad un cattolicesimo che era molto cambiato da quando egli, nel 1924, aveva lasciato l’Italia. ("Riscoprire Sturzo? Sì, ma quello federalista", G. Miglio, la Stampa 11/5/1993 ).

 

Cattolicesimo di matrice democristiana cambiato in peggio, perché accettò il compromesso storico con le lobby finanziarie e con le classi politico-burocratiche corrotte e clientelari create dal fascismo, di fondare la nuova Repubblica nata dalla Resistenza, sulle antiche basi del centralismo Regio. La dittatura di Mussolini trovò proprio nello stato monarchico accentrato italiano lo strumento già pronto per il proprio predominio sul Paese (dalla Carta di Chivasso (TO)
 
Ricordiamo anche tutti i partigiani federalisti interni valdostani e piemontesi, sempre di ispirazione cattolica come Emile Chanoux (di cui possiamo leggere una breve monografia su:
http://www.giovanipadani.leganord.org/articoli.asp?ID=2749), Edoardo Pons, Giorgio Peyronel, Mario Alberto Rollier, Osvaldo Coisson, Federico Chabod, Gustavo Malan ed Ernest Page, che scrissero la Carta di Chivasso, un documento fondamentale per i federalisti e gli autonomisti, che si batterono per un’organizzazione federalista della Repubblica all’interno dell’Assemblea Costituente.
Il 25 aprile c’è stata la Liberazione, sì, ma è stata una rivoluzione incompiuta. I Federalisti che parteciparono alla Resistenza, come insegna l’esempio di Gianfranco Miglio, combattono ancora oggi. Serve il Federalismo per avere una democrazia compiuta e la piena libertà di essere padroni a
casa nostra.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Aprile 2007
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