Studenti e insegnanti: “Questa scuola è un sogno”

Soddisfazione per professori e ragazzi alla posa della prima pietra del nuovo polo scolastico gallaratese nell'ex area Cantoni

Ottimismo e grande soddisfazione: è questo quello che trasmettono i veri protagonisti del nuovo polo scolastico gallaratese, ragazzi ed insegnanti, in occasione della posa della prima pietra di inizio lavori questa mattina, 23 aprile.

Tanti, eleganti e sorridenti, fieri di questo progetto anche se molti di loro, visto che la scuola sarà finita come minimo tra tre anni, non ne avranno il benché minimo beneficio. Ma non importa: sembra davvero che ognuno dei ragazzi presenti abbia fatto qualcosa per rendere possibile questo “sogno”, un progetto che ciascuno sente un po’ anche suo.

Ma cosa si aspettano in concreto gli studenti da questo nuovo polo scolastico? Quali sono le aspettative di ragazzi e professori dell’Ipc Falcone da un edificio che rivoluzionerà completamente il modo di andare a scuola per più di 1600 studenti?

Il primo disagio, sentito un po’ da tutti gli iscritti ai quattro istituti oggetto dell’accorpamento, è la dispersione che l’attuale situazione comporta: le sedi sono cinque, i ragazzi devono spesso muoversi da una all’altra per frequentare lezioni e laboratori, e la comunicazione tra le diverse scuole è praticamente impossibile. «La possibilità di trovarsi tutti in uno stesso stabile – spiega Giorgia, 17 anni, rappresentante degli studenti dell’istituto grafico pubblicitario -, di poter accedere ai laboratori comodamente senza uscire dalla scuola è sicuramente una delle caratteristiche più importanti del progetto. Ora siamo “ospiti” nell’edificio dell’istituto aziendale, e la scarsità delle aule ci porta molto spesso a dover fare i salti mortali per frequentare le lezioni».

Oltre ai vantaggi puramente logistici della nuova sistemazione, l’essere tutti sotto lo stesso tetto faciliterà molto la comunicazione e i rapporti tra gli studenti, come per quanto riguarda l’organizzazione di assemblee d’istituto mensili, anche grazie alla presenza di un’aula magna adeguata. «Stare tutti insieme – dichiara Simone, giovane studente della scuola alberghiera – è sicuramente una delle cose che ci attira di più: ora come ora la comunicazione è difficile, conoscere gli altri studenti e organizzare iniziative comuni è quasi una missione impossibile. Cosa che sicuramente nella nuova scuola non succederà».

Ma non ci sono solo lo spazio o la possibilità di stare tutti insieme a rallegrare gli studenti: il nuovo edificio infatti sarà dotato di laboratori e di strutture moderne e tecnologiche, adeguate alla professionalità che essi devono acquisire nei loro campi. E sono questi i progressi che stanno più a cuore ai professori. «Per il nostro istituto, che conta quasi la metà del totale degli studenti dell’Ipc – dice Andrea Ferro, insegnante pratico di cucina all’alberghiero – la possibilità di avere una cucina e una sala di ristoro che ci permetterà di triplicare il servizio, sia per gli studenti che per gli esterni che ogni giorno vengono a mangiare da noi, è fondamentale. Amplieremo l’accoglienza, e ci sarà la possibilità di far lavorare più classi contemporaneamente». Ma non solo l’alberghiera usufruirà dei laboratori della nuova sede.

Anche il grafico, il turistico e l’aziendale potranno contare su nuove tecnologie, come per il laboratorio di fotografia, le nuove strutture informatiche all’avanguardia e le attrezzature più adatte per sperimentare concretamente ciò che si studia in aula. Ma anche la parte “teorica” subirà una rivoluzione, forse quella più significativa ed innovativa, che nasce dalla presenza di un problema numerico: il progetto infatti, pensato cinque anni fa alla luce della riforma Moratti, prevedeva un numero di studenti intorno ai 1200. Solo quest’anno però sono iscritti all’Ipc 1600 ragazzi, e il numero continua a crescere. Per risolvere questo problema, gli insegnanti hanno trovato loro stessi una soluzione: «Non ci sarà più una classe per aula, ma una disciplina per aula – racconta Silvano Gomaraschi, vice preside dell’istituto -; questo permetterà, oltre al recupero di spazio, anche l’aumento del rendimento degli studenti, che potranno recuperare materie in cui sono indietro, attraverso un approccio diverso orientato al modello francese e americano».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Aprile 2007
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