«Il Pstl chiude ma l’incubatore di imprese resterà»
Almeno per il momento, annuncia Daniele Parolo di camera di Commercio, le imprese presenti potranno rimanere. L'ufficio brevetti tornerà alla CCIA mentre una parte verrà assorbita dalla Provincia
Le aziende che attualmente operano all’interno dell’incubatore di imprese possono stare tranquille, potranno rimanere all’interno dei capannoni di Tecnocity, ancora per un po’. Dopo l’allarme lanciato ieri che annuncia la fine prossima dell’esperienza del Polo Scientifico tecnologico, Daniele Parolo, membro del consiglio di amministrazione per la Camera di Commercio, rassicura sulla situazione attuale della struttura nata per favorire la crescita tecnologica delle piccole e medie imprese. «L’incubatore di imprese si salverà per il momento – ha detto Parolo – anche perchè, allo stato attuale, è l’unica parte ancora funzionante secondo i principi che hanno ispirato il Pstl».
Confermata, invece, entro fine anno, la fine dell’esperienza del Polo così come ha operato in questi 12 anni di vita. «Purtroppo l’incubatore aveva ormai perso la sua mission inziale – continua Parolo – che era quella di fare da cinghia di trasmissione tra la ricerca tecnologica universitaria e le Pmi. Una volta perso questo ruolo non ha più senso continuare». Cosa ne sarà, allora, dei progetti avviati? «La riunione dell’altroieri non ha deciso niente ma è stata utile per cominciare a capire come e dove trasferire le competenze – spiega – il Pstl, ormai, lavorava solo per le pubbliche amministrazioni e quindi potrebbe essere la Provincia a farsene carico per la parte delle P.A. mentre Camera di Commercio potrebbe riassorbire l’ufficio brevetti».
Abbandonata l’idea di creare un’agenzia provinciale per lo sviluppo, come proposto da Marco Reguzzoni, quando era ancora presidente della Provincia, il Pstl si avvia verso uno smembramento in tre tronconi. «L’esperienza del polo scientifico ha portato importanti risultati – conclude Parolo – ed è stato una cinghia di trasmissione importante per le imprese che ne hanno usufruito. Ora, però, è giunto il momento di riconoscere che il suo ruolo naturale è venuto meno. Ci sarà tempo per capire perchè.»
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