“I profughi potranno lavorare, ma devono andarsene”
Doppia approvazione delle mozioni in consiglio comunale riguardanti i richiedenti asilo di via dei Mille. Se da un lato il comune dovrà impegnarsi a trovar loro un’occupazione socialmente utile, dall’altro dovrà fare di tutto per mandarli via
Potranno lavorare, ma dovranno andarsene il prima possibile. E’ questa la doppia linea che Palazzo Gilardoni dovrà tenere nei confronti dei 121 richiedenti asilo ospitati nella struttura di via dei Mille su indicazione del Consiglio Comunale. La prima, a firma PD, chiede che "il Sindaco si attivi con la Prefettura per concordare la messa a punto di un protocollo che preveda l’attivazione di adeguati strumenti per raccogliere la disponibilità dei ragazzi della comunità profughi ad essere impegnati in attività socialmente utili che possano integrarli nella comunità cittadina". Lavori dunque, ma non retribuiti. «La legge prevede infatti che non si possa dare loro un compenso» spiega l’assessore Mario Cislaghi e proprio per questo è necessario «trovare delle onlus che siano disposte a ricevere chi vorrà prestare servizio». L’assessore spiega anche che «abbiamo ricevuto un primo elenco delle professionalità dei profughi» e come molti abbiano già dato la propria disponibilità a lavorare.
Con la seconda mozione presentata da Marco Albertini e Francesco Speroni (Lega) il comune dovrà invece impegnarsi ad "esprimere l’assoluta contrarietà all’alloggiamento di altri asilanti sul territorio del Comune di Busto Arsizio, richiedendo altresì di valutare una soluzione alternativa per gli immigrati ora presenti". Una doppia linea che ora il comune dovrà portare avanti con una consapevolezza: «Lo stabile di via dei Mille -ha annunciato l’assessore Cislaghi- è stato affittato alla cooperativa che gestisce ad oggi il servizio fino al 2020».
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