A Varese la festa dei 50 anni finisce con una clavicola rotta “per scherzo”: messa alla prova per l’amico violento
Il fatto ha visto come attori principali due vecchi conoscenti venuti alle mani per una sorta di goliardata finita con la denuncia dopo i quaranta giorni di prognosi subiti dal festeggiato. Stabilito un risarcimento iniziale di 10 mila euro

Il giudice ha deciso: l’imputato incensurato potrà beneficiare della “messa alla prova” (Map), che sospende il processo e, in caso di esito positivo, estingue il reato con sentenza di proscioglimento.
È il parziale epilogo della clamorosa vicenda emersa tra le pieghe dei procedimenti ancora non resi pubblici, discussi in camera di consiglio, che ha coinvolto due vecchi conoscenti ritrovatisi per un incontro conviviale, reso ancora più scanzonato — pare — dal consumo di alcol. Uno dei due festeggiava infatti il traguardo dei cinquant’anni, brindato con abbondanti liquidi di spirito.
Quel giorno, all’interno di un’auto in cui si trovavano tre conoscenti (due dei quali oggi parti contrapposte in tribunale), scoppia una lite che degenera: partono delle botte e il cinquantenne riporta la frattura della clavicola. Dopo lo shock iniziale, decide di sporgere denuncia e si arriva così al processo.
Il difensore dell’imputato, l’avvocato Gianluca Franchi, ha richiesto l’accesso all’istituto della messa alla prova: per reati compatibili e in presenza di una fedina penale immacolata, l’imputato può svolgere lavori di pubblica utilità — in questo caso in un Comune del Varesotto — al termine dei quali il giudice valuterà l’esito del percorso, decidendo se estinguere il reato.
«Oggi — ha spiegato l’avvocato Franchi — il mio assistito è stato ammesso in via definitiva alla messa alla prova, dando atto che è stato corrisposto un risarcimento di 10 mila euro, accolto dalla parte offesa come acconto sul maggior dovuto».
Appuntamento a giugno 2026 per il bilancio finale del percorso.
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