Catturato dai carabinieri anche il terzo uomo

In stato di fermo Giorgio Carletti per la rapina di ieri al Credito Italiano. Il gruppo di malviventi, fermati dalle forze dell’ordine, è sospettato di una lunga serie di rapine consumate nella zona dell’alto milanese da ottobre a dicembre scorso

Non hanno perso tempo. Dalla rapina di ieri al Credito è passato solo un giorno. Ma già i carabinieri di piazza XXV aprile hanno, non solo rintracciato e fermato il terzo uomo sfuggito alla cattura dei rapinatori dell’istituto bancario, ma ricostruito e aggiunto un importante tassello nella dinamica dei crimini consumati nella zona dell’Alto Milanese da ottobre a dicembre scorso.

Nonostante i due rapinatori, arrestati ieri, non abbiano aperto bocca sul nome del terzo complice che li aveva abbandonati all’uscita della banca, fuggendo da solo, i carabinieri, grazie alla collaborazione territoriale, e ad uno sforzo e impegno di squadra , attraverso il personale operativo di Milano, sono riusciti a risalire e a scovare il terzo rapinatore.

Carletti Giorgio, 34 anni, di Cesano Boscone, è una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. All’attivo una lunga serie di rapine quasi sempre in banca, nell’hinterland del milanese, consumate insieme ai complici della rapina al Credito Italiano, Amante e Zaccagni, che sono uniti anche da vincoli di parentela – fratellastri. Già arrestati e condannati a cinque anni nell’aprile del ’93, Carletti era anche sorvegliato speciale semplice, ossia doveva sottostare ad una sorta di coprifuoco, con orari di uscita e rientro a casa. Il copione della storia inizia nelle periferie milanesi, segnate dal degrado e l’emarginazione, Carletti è una figura predominante nel gruppo criminoso, con una funzione leader nel metter a punto tattiche e strategie, e se potevano cambiare i complici, Giorgio Carletti, invece, non mancava mai.

Le indagini, che non sono iniziate ieri, ma che hanno radici più lontane si orientano a identificare tre episodi di rapina nel milanese, tra cui quella avvenuta a Castellanza il 21 dicembre scorso alla banca Popolare di Novara, che aveva fruttato 236 milioni di bottino, e dove fin da allora era stato identificato e deferito alla Procura di Milano, Amante Roberto, arrestato solo ieri.

Tutto questo significa che le forze dell’ordine erano già sulle tracce dei malviventi, la rapina di ieri, un errore tecnico imperdonabile per questi professionisti del furto, ha permesso solo di accelerare i tempi di cattura. Le indagini, infatti, avevano rintracciato nei vari episodi criminali una serialità di comportamenti sempre uguali: per esempio l’uso di travestimenti: baffi finti, parrucche, cappelli da pescatore, e la deformazione di tratti del viso e, ovviamente della voce, infilando in bocca o nel naso, oggetti.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 22 Febbraio 2001
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.