Signor Ministro, questi adulti li vogliamo educare o no?
Ci sono tutte le condizioni politico-normative, ma a Tradate il Ctp rimane una chimera. Lella Rossetti, coordinatrice didattica dei Corsi Eda, scrive al ministro De Mauro per avere spiegazioni
Riceviamo e pubblichiamo
Gentile Ministro De Mauro, come nella miglior tradizione medioevale mi trovo costretta a rivolgermi al re per ottenere la dovuta attenzione, dato che conti, baroni, cavalieri e messi sono distratti o in altre faccende occupati. Lavoro da quasi vent’anni nell’Educazione degli Adulti, in Italia e all’estero, faccio parte di comitati, commissioni, gruppi operativi etc. perché sul serio ho a cuore la formazione permanente e credo di essere una operatrice capace di far accadere le cose, di portare la gente a scuola e di mantenercela. Non siamo ancora stati riconosciuti come autonomi, l’Ufficio Scolastico Provinciale continua a ritenerci una sezione staccata del vicino CTP di Saronno, nonostante abbia ufficialmente assegnato me e gli altri docenti (restituiti da Saronno all’Amministrazione poiché risultanti sovradimensionati rispetto agli utenti) al Dirigente della scuola di Tradate in cui si svolgono i Corsi. La sottoscritta, per capirci, fa parte del Collegio Docenti dell’Istituto Comprensivo “Galileo Galilei” di Tradate, è componente del Consiglio d’Istituto e ha la funzione obiettivo attribuita all’Istituto citato, MA, ma… sui documenti del Comitato io appartengo al CTP di Saronno, perché, dice il Provveditorato, non esiste il codice meccanografico di Tradate. Ogni tanto telefono al dirigente di Saronno, squisita e comprensiva persona, e gli chiedo se sono sua, lui mi risponde che è spiacente, che gradirebbe molto avere una docente come me, ma che ahimè non rientro nella lista dei suoi insegnanti. Fosse solo un problema nominale, potremmo passare oltre, ma non è così. Nella prima riunione del riformato Comitato Provinciale il Provveditore invita gli intervenuti a progettare e a formulare proposte in relazione a nuovi CTP (Centri Territoriali Permanenti, previsti dall’O.M. 455 del ’97). Poi se ne va. Ovviamente propongo la nascita di un CTP a Tradate, con organico completo: come Lei ben sa, la normativa prevede che un CTP possa nascere con circa 100 utenti. Il Comitato decide che va bene, che Tradate potrà avere il suo CTP, a patto che anche l’Amministrazione Comunale ne riconosca la bontà. In una corsa contro il tempo, come nei thriller, dato che ci sono scadenze burocratiche ineludibili, otteniamo il fatidico sì dall’Ente Locale. Abbiamo tutto, no?, il parere favorevole di un Comitato Provinciale, l’imprimatur dei politici, siamo in linea con lo spirito che aleggia sull’Unione Europa, che mette tra le priorità l’educazione degli adulti, che facciamo? Organizziamo una bella campagna promozionale e prevediamo che i nostri frequentanti raddoppieranno il prossimo anno. Si brinda, anche. Oggi, quarta riunione del Comitato, il Provveditore non c’è, ma una sua funzionaria annuncia che il CTP di Tradate non sorgerà, non sono state date disposizioni in materia. Non ho pianto perché l’ho già fatto dopo la seconda riunione del Comitato, e non volevo eccedere. Le domande però sono molte, temo che se dovessi porle direttamente al Provveditore potrei perdere la calma e diventare più intemperante del solito, visto che in un pubblico convegno sull’EDA ipse dixit “Con me problemi di organico non ci saranno!!!”. Gentile Ministro, questa lettera la mando on line e la spedisco a tutti i giornalisti della contea. Non intendo emulare le suffragette incatenandomi a un palo nel cortile del Provveditorato. A Lei chiedo: qual è quel perverso meccanismo che non conosco e che fa sì che all’interno di una struttura sociale democratica e partecipativa, una persona, una sola, riesca a vanificare il lavoro di anni di dedicazione di tanti? E infine, ma soprattutto: gli adulti, li vogliamo educare o no? Con stima |
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