Nicola Mucci va alla guerra e il consiglio comunale approva l’invio di truppe. L’esclusione di Gallarate dal cda della società di gestione del polo espositivo di Busto Arsizio mette d’accordo maggioranza e opposizione (tranne Rifondazione comunista), e fa approvare un documento unitario sulla vicenda. L’argomento fiera é rovente. Viene affrontato in apertura di seduta con un ordine del giorno urgente, inserito all’ultimo momento e trattato come primo punto. Sono due i documenti presentati: uno di Forza Italia e un altro della Lista Andrea Buffoni, che rivendica come propria la volontà di inserire la fiera nella discussione. Si sceglie di tentare la strada unitaria. La conferenza dei capigruppo trova l’accordo. Il documento di Forza Italia ritorna in aula emendato, accogliendo alcune specificazioni del gruppo di Buffoni. Così il consiglio dà mandato al sindaco Mucci, affiancato da una delegazione di consiglieri, di fare quattro cose subito: far emergere le ragioni più profonde che hanno portato all’esclusione, continuare a lavorare per ottenere un rappresentante nel cda della società di gestione del centro espositivo, rilanciare la propria azione politica di concerto con le parti sociali del territorio, procedere agli atti formali necessari per determinare la sottoscrizione di 100 milioni di capitale sociale. Con questa ultima mossa, aggiunta nel documento emendato, Gallarate ritira definitivamente i 600 milioni che aveva offerto in cambio di un posto nel consiglio di amministrazione. Un passo scontato, a questo punto. Il documento viene votato con 29 sì e 1 astenuto: Massimo Barberi del Prc. Forza Italia é furibonda. Il capogruppo Roberto Bosco loda questa amministrazione che sta "recuperando il tempo perduto" e attacca chi "vuole escludere la politica dalla gestione del territorio". Il sindaco Mucci prende la parola al termine della discussione. Il suo é un intervento al vetriolo contro la Camera di commercio. "Questo consiglio comunale – dice – ha dato una lezione di stile alla Camera di commercio. Stasera esco più forte. Non ho intenzione di piegarmi di fronte ad atti che non hanno alcuna spiegazione logica. Sto raccogliendo documenti ufficiali per spiegare a tutti ciò che è successo". Poi il sindaco difende il proprio comportamento in tutta la vicenda. Parla di rigore, capacità e di affidabilità che sarebbero state offerte all’Ente camerale durante le trattative. Infine lancia parole durissime e violente verso i responsabili di piazza Monte Grappa: "Qualcuno ha parlato prima con la stampa che con noi. E’ uno stile che lascio a voi giudicare. Lanceremo un segnale preciso verso alcune persone, interlocutori che non sono degni di sedere sulle poltrone che ora occupano". E ancora: "Si riempiono la bocca di buoni propositi ma poi si comportano in maniera diametralmente opposta". Una sventagliata di accuse, insomma. Sindaco e maggioranza sono scatentati, l’Ulivo si accoda, la lista Buffoni collabora nella stesura dell’ordine del giorno definitivo. Ora Gallarate cavalca la voglia di rivincita, ma a nessuno sfugge che tre anni fa il comune fu piuttosto debole nel cercare di aggiudicarsi il polo espositivo, così i maggiori contributi vennero da Busto Arsizio che probabilmente, date le maggiori spese, pretende qualcosa in più. L’eredità di accordi politici datati 1998 che allora soddisfavano Forza Italia (Mucci era capogruppo). Oggi, evidentemente, i conti non tornano più.
|
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.