Il “Sociale” per tutti riparte il teatro rinnovato

Parte il nuovo corso del "Sociale". Rinnovato nello spirito e nello stile si inaugura l'otto marzo in onore della fondatrice Carolina Candiani Durini

Uno dei palchi più grandi della Lombardia. Questo è uno dei vanti del Teatro "Sociale" di Busto Arsizio reduce da mesi di restyling e pronto per l’inaugurazione del suo nuovo corso che avverrà venerdì otto marzo. In occasione della festa della donne e in omaggio alla sua fondatrice Carolina Candiani Durini che lo aveva fatto nascere nel 1890. Il nuovo aspetto del "Sociale" è stato presentato questa mattina alla stampa e ad illustrare le novità c’erano gli attuali proprietari e tutti gli attori che hanno giocato un ruolo nel ridefinire la fisionomia di un teatro consacrato negli anni Sessanta al cinema. Si riparte come ha spiegato la direttrice artistica con una programmazione attenta alla qualità e con iniziative collaterali dedicate alla formazione e all’educazione al teatro. Sarà un moderno polo dello spettacolo che articolerà la sua attività su diversi spazi. Oltre alla sala teatrale giocheranno un ruolo importante il caffè letterario e prossimamente il ristorante "Il ridotto". 

Affidato all’architetto bustese Daniele Gertrudi il progetto ha puntato ad evidenziare le epoche fondamentali del "Sociale" , che rivivono nel rinnovato caffè letterario, nell’atrio restituito alla spazialità originale grazie ad una luminosa colorazione unitaria e caratterizzato da una nuova parete-portale e da una monumentale scritta di pirandelliana memoria. La sala teatrale ha subito invece un intervento cromatico teso ad esaltare il tradizionale rosso vivo delle poltrone e del sipario. Iniziati alla fine dell’estate scorsa i lavori termineranno definitivamente nel giro di un mese, quando anche la facciata esterna riconquisterà il suo aspetto originale.  

È una insolita coppia quella formata da Delia Cajelli che al mondo del teatro appartiene per professione e da Francesco Lambiase imprenditore fino a pochi mesi fa nel settore del tessile. Oggi sono i proprietari del teatro. Per passione e per amicizia. «Non è certo un’operazione a scopo di lucro» ha infatti voluto precisare Lambiase. Lo spiega senza troppe parole. «Alla fine dell’anno scorso ho cessato la mia precedente attività e ora mi dedico al teatro». Parte da loro il rilancio del teatro. Ha goduto dei finanziamenti privati di alcuni sponsor per i lavori, primo fra tutti il Credito Valtellinese e si avvale di una partnership con la Deco, un’agenzia pubblicitaria di Busto Arsizio.

Per la direttrice artistica è un sogno che si realizza. Dopo trent’anni il teatro vuole tornare a vivere. «Da anni questo spazio è molto frequentato da giovani, ma ora la sua offerta punta a coinvolgere tutte le generazioni». Un teatro che vuole essere per tutti come precisa Delia Cajelli «anche la gente modesta può essere catturata dal teatro, perché si tratta di una conoscenza a portata di tutti». E solo quando il teatro sarà davvero vissuto dalla città la sfida si potrà dire superata. Dalla prosa classica al musical, quella del "Sociale" sarà un’offerta per una stagione teatrale che dura tutto l’anno. Non meno importante la formazione continua svolta nel caffè letterario con i "Lunedì di prosa". E se è vero che il "Sociale" da oggi punta sul teatro, non c’è nessun addio al cinema. Continueranno anche le proiezioni. Ma il grande appuntamento rimane quello dell’inaugurazione dell’otto marzo con la pièce "Nel mezzo del cammin di nostra vita", diretta da Delia Cajelli e tratta dalle cantiche dantesche .

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Pubblicato il 05 Marzo 2002
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