Acli: inaccettabili alcuni passaggi della Bossi-Fini

La Presidenza provinciale delle Acli, oggi riunitasi, ha preso posizione contro il disegno di legge approvato alla Camera

Riceviamo e pubblichiamo

Si avvia alla approvazione definitiva la legge Bossi – Fini sull’immigrazione. Vengono a cadere le ultime speranze di vedere almeno ridurre gli effetti della palese ed inaccettabile logica che sorregge il palinsesto della normativa. Quella del muro, della esclusione, della riduzione di persone a merce, a risorse da usare, pagare (il meno possibile) sfruttare e rispedire in deposito (paesi di origine) quando non serve più. Le ACLI provinciali di Varese già avevano a suo tempo criticato anche alcuni passaggi della legge precedente, promulgata dall’esecutivo di allora, sollecitando migliorie che sembravano alla portata di quel governo, sol che avesse avuto un po’ più di coraggio nel tradurre in concreto principi ai quali diceva di ispirarsi. Oggi però ci troviamo di fronte un testo talmente scandaloso da risultare inaccettabile in diversi suoi passaggi anche da componenti dello stesso governo. I possibili interventi e le azioni caritative messe in atto comunque dal volontariato in continuità con una cultura e una tradizione di altro segno e spessore, non salveranno la faccia a nessuno. Anzi quando queste restano l’unico segno di umanità presente in un paese e vengono strumentalizzate e barattate al posto della giustizia, si snatura il significato della stessa carità cristiana. In particolare risultano inaccettabili: – l’identificazione dell’essere clandestini con l’essere criminali, – l’imposizione di impronte digitali con le quali filtrare gli extracomunitari che oltrepassano le nostre frontiere. Dividendo in questo modo i cittadini del mondo in due categorie: noi ricchi che possiamo andare dove vogliamo, gli altri, i poveri, che devono stare chiusi in recinti o per lo meno non varcare il nostro muro di protezione, – il trattamento prefigurato per i richiedenti asilo che di fatto stravolge la procedura per il riconoscimento dello status di rifugiato, rendendo molto difficile il suo accoglimento. E’ bene ricordare che il diritto d’asilo è un diritto soggettivo e come tale inalienabile.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Giugno 2002
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