Questioni attributive: Giovanni Agostino da Lodi e Marco d’Oggiono
Continua l'iniziativa "Brera mai vista". Giovedì Cristina Quattrini illustrerà l’Adorazione dei Magi e il Battesimo di Cristo
Cristina Quattrini illustrerà l’Adorazione dei Magi e il Battesimo di Cristo, eseguiti in collaborazione dai pittori Giovanni Agostino da Lodi e Marco d’Oggiono e la Madonna col Bambino e un angelo attribuito a Giovanni Agostino da Lodi
Con "Brera mai vista" si apre una nuova serie di attività per il museo con l’intento di vitalizzare l’esposizione permanente delle collezioni. Si tratta di mostre mirate con poche opere (dal singolo dipinto fino a un massimo di sei) con le quali Brera potrà far conoscere a rotazione, con cadenza trimestrale, il suo "patrimonio sommerso" attualmente in deposito o mettere in evidenza i risultati di un restauro o, ancora, esporre le sue acquisizioni recenti.
Nella sua terza edizione per l’anno in corso "Brera mai vista" espone per la prima volta al pubblico dai depositi nella Sala XV, dedicata alla scuola lombarda del Quattrocento e Cinquecento, due dipinti su tavola: l’ Adorazione dei Magi e il Battesimo di Cristo, eseguiti in collaborazione dai pittori leonardeschi Giovanni Agostino da Lodi e Marco d’Oggiono e provenienti entrambi (come molte altre opere esposte e non della Pinacoteca) dalla chiesa di Santa Maria della Pace a Milano. Insieme ad esse viene presentato anche un piccolo olio su tavola attribuito al solo Giovanni Agostino da Lodi raffigurante Madonna col Bambino e un angelo, esposto finora nella sala XVIII accanto ai pittori cremonesi del Cinquecento, per poter mettere in evidenza le strette affinità stilistiche fra le tre opere.
I due dipinti dei depositi sono stati restaurati nel 1998 e, come accade spesso nel mestiere di uno storico dell’arte in Soprintendenza, il restauro può diventare l’occasione per mettere a fuoco un problema critico o per fare il punto sulla situazione degli studi alla luce di quanto tutte le complesse operazioni legate all’intervento conservativo possono rivelare sul supporto, sulla tecnica di esecuzione, sulla gamma cromatica, sul personale linguaggio di un artista.
Il caso che si presenta con questa mostra-dossier permette, appunto, di "leggere" dopo la pulitura e le indagini non distruttive (riflettografie e radiografie) la collaborazione negli stessi dipinti di Marco d’Oggiono e Giovanni Agostino da Lodi, fatto noto da tempo agli studi specialistici, ma, a restauro concluso, verificabile ad un esame obiettivo e percepibile visivamente anche per un non "addetto ai lavori".
Alla luce, quindi, di tutti i nuovi dati acquisiti, Cristina Quattrini ha ricostruito le vicende della decorazione della chiesa di Santa. Maria della Pace per arrivare a formulare un’ipotesi sia sulla probabile collocazione originaria delle due tavole sia sulla distinzione delle mani fra Giovanni Agostino (al quale spetterebbe l’idea compositiva generale) e Marco d’Oggiono (autore delle figure principali).
Lo strumento metodologico utilizzato dalla Quattrini per verificare e dimostrare le sue ipotesi attributive è stato il metodo del conoscitore, la cui validità viene confermata, come in questo caso, ogni volta che ci si trovi a dover risolvere problemi relativi alla paternità e/o alla qualità di un’opera.
Sotto l’etichetta "Brera mai vista" sono stati attivati possibili scambi con i principali musei europei, in particolare con il Museo Thyssen Bornemiza di Madrid e con il Kunsthistorisches Museum di Vienna, con i quali sono già programmate iniziative congiunte.
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