Il bus delle disabilità fa tappa a Varese

Si è aperta la tre giorni di "Integr@zioni: Varese in rete per le persone disabili". Le istituzioni cittadine e il ministro Maroni hanno fatto il punto della situazione. Malumori quando si è toccato il tasto "scuola"

Varese attenta al mondo dell’handicap. E a dimostrazione di questa particolare vocazione il il bus delle disabilità ha fatto tappa questa mattina nel capoluogo. Ad attenderlo le istituzioni cittadine: dalla Provincia, al Comune, e ancora l’Asl l’Università, e il Provveditorato agli Studi. Ma anche il ministro del Welfare Roberto Maroni. Il bus si è fermato nella città giardino, unica tappa lombarda e una delle dieci italiane, dopo essere partito dalla Grecia nel gennaio scorso ed aver attraversato l’Europa. Il Tour si concluderà a Roma i prossimi 5, 6, 7 dicembre a conclusione dell’anno europeo per le disabilità.
«La tappa odierna – spiega il ministro Maroni – oltre ad avere una componente affettiva, ha un significato ben preciso: la città si è sempre distinta per la sua attenzione al mondo dell’handicap». Caratteristica confermata anche dal sindaco Aldo Fumagalli: «In campo scolastico, per esempio, gli sforzi per integrare i portatori di handicap sono stati sempre notevoli. Sia dal punto di vista logistico che educativo. Nello sport, inoltre, vantiamo molteplici realtà che si prodigano per facilitare la partecipazione dei disabili. Il nostro comune, inoltre, è l’unico ad aver un assessorato che si occupa proprio di queste problematiche, con un “focal point” dove convergono le segnalazioni relative alle disabilità».

Per Maroni, l’incontro seguito da un pubblico un po’ scarso è l’occasione per ribadire l’impegno a tutto campo del suo dicastero : «Il nostro Governo, il primo a livello europeo, si è occupato del “dopo di noi”. Grazie ai progressi in campo medico, l’età dei portatori di handicap si è allungata innescando un problema di cura di questi soggetti quando vengono meno i propri genitori. L’esecutivo ha stanziato 15 milioni di euro per sostenere, in partenariato con gli enti locali, iniziative di supporto per questa fase. Inoltre abbiamo deciso di mantenere i contributi previdenziali intatti anche a chi opta per il part time al fine di seguire un parente disabile così da non rimanere penalizzato una volta in pensione. La famiglia, non dimentichiamolo, è e rimane il fulcro di ogni attività: dei 3 miliardi di ore a sostegno dei non autosufficienti il 95% viene speso in famiglia. E il prossimo anno, in occasione dell’anno europeo della famiglia, questo discorso verrà proseguito».

Qualche segno di disappunto, nel corso della mattinata, si è levato dal parterre quando ha preso la parola il dirigente del CSA ( ex Provveditorato) Antonio Lupacchino che ha sottolineato l’impegno costante e crescente della scuola in aiuto ai disabili. Una realtà che gli operatori non condividono ma che trova nel ministro Maroni un alleato: «È appena passata una riforma che innova l’ambiente educativo. I ragazzi disabili non sono penalizzati dall’attuale sistema». La riforma, in effetti, prevede una nuova filosofia di integrazione che parta dalla classe stessa compresi gli insegnanti, ma fin tanto che il nuovo passaggio non troverà piena applicazione, rimangono i gravi problemi con i tagli al personale di supporto.
Decisamente più rosea, invece, la situazione a livello lavorativo: «Dal 2000 al giugno del 2003 – spiega Marco Reguzzoni, presidente della Provincia – gli iscritti al collocamento mirato per disabili sono stati 2702, e di questi 1036 sono stati assunti. Si tratta, per lo più, di persone ultracinquantenni con un livello culturale fermo alla scuola dell’obbligo e che presentano un grado di handicap superiore al 60%. Un risultato indubbiamente soddisfacente».
Alla cerimonia d’apertura sono seguite l’inaugurazione del bus, disertata da quasi tutte le autorità, e una tavola rotonda a cui erano invitate le associazioni di volontariato e la popolazione. Lo scarso pubblico presente in sala è stato accolto dal giornalista Franco Bomprezzi, disabile, che ha fatto da moderatore: «A chi mi chiede cosa mi aspetto da quest’anno rispondo: nulla! Spero che nessuno improvvisi risposte per domande estremamente complesse e differenti. L’unica cosa veramente utile è il dialogo e il confronto per portare avanti i propri diritti e far riconoscere la propria dignità politica».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Novembre 2003
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