Aliquote Ici invariate da sei anni

L’assessore alle Finanze Marco Biasolo spiega quanto fatto nel bilancio 2004 per sopperire al taglio ai trasferimenti dallo Stato

Le aliquote sull’imposta comunale sugli immobili (Ici) sono invariate da sei anni ed è stato affrontato senza aumenti tributari, l’improvviso taglio dei trasferimenti statali. Questo è il risultato del lavoro effettuato dall’assessorato alle Finanze e alla gestione economica del comune, guidato da Marco Biasolo. Il bilancio preventivo del 2004 è stato approvato dal consiglio comunale lo scorso 19 marzo. «È un documento con il quale vengono portati a termine i progetti avviati negli anni passati – commenta l’assessore -. Ci sono state delle difficoltà dovute al taglio di 180 mila euro nei trasferimenti economici da parte dello Stato. Difficoltà che abbiamo cercato di affrontare nel migliore dei modi». 
Biasolo si riferisce ai soldi che lo Stato annualmente versa ai comuni per la gestione. Come ogni anno era stato chiesto ai diversi assessorati di elaborare una serie di progetti da realizzare nel 2004, e, proprio nei giorni in cui veniva chiuso il bilancio, è giunta notizia di un taglio da parte dello Stato pari al 15 per cento rispetto a quanto stanziato nel 2003. «Questo ha irrimediabilmente portato a effettuare dei tagli – prosegue l’assessore -. Abbiamo quindi rivisto tutti i nuovi progetti. Questo perché sappiamo benissimo che tra poco ci sono le elezioni e volevamo lasciare alla prossima amministrazione un bilancio sano». 

Altro obiettivo degli amministratori era quello di mantenere invariata la pressione tributaria. Obiettivo raggiunto grazie alla sofferta ridimensionamento e rinuncia da parte degli assessori e dei consiglieri delegati ai nuovi progetti elaborati, pur continuando a garantire tutti quei servizi già avviati e portando a termine i progetti già approvati.La conferma del mancato aumento della pressione fiscale è facilmente riscontrabile nelle aliquote ICI. Aliquote che non subiscono un aumento dal 1998. Attualmente, infatti, l’imposta sulla prima casa è ferma al 4,5 per mille, quella su altre destinazioni è fissata al 5,5 per mille, mentre l’imposta sulle case sfitte è fissata al 7 per mille. Per la cosiddetta seconda casa, se abitata, l’aliquota è fissata al 4,5, ma se è sfitta si adotta il 7. «La casa è un bene indispensabile e primario – continua Biasolo -, la scelta è stata quella di non colpirlo in modo esagerato. In passato si è preferito utilizzare la possibilità concessa dallo Stato di ricorrere all’addizionale Irpef, fissata allo 0,5 per cento. Questo è un provvedimento sul reddito e, siccome i proventi di quest’ imposta servono per finanziare servizi erogati dal Comune, per gli interventi sul territorio e per gli interessi dei mutui delle opere pubbliche, che vanno a vantaggio di tutti i cittadini , ci è sembrato più giusto e corretto suddividere i relativi oneri tra tutti i cittadini, non solo tra alcuni».

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Pubblicato il 30 Aprile 2004
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