«Belforte, soldi al vento e promesse vane»
Il diessino Mirabelli rispolvera la vecchia questione del castello dimenticato: «Da palazzo Estense solo improduttivi sopralluoghi»
Un castello che domina la città. Leggende e storia che si scontrano con il declino. Due sorelle che vivono accanto al rudere, circondate da calcinacci e da animali di vario genere. Soldi donati e mai usati. Ponteggi montati e lasciati lì, senza che nulla sia stato fatto. Questo è il desolante quadro intorno al castello di Belforte: l’edificio torna d’attualità grazie all’interessamento di un belfortese doc come il consigliere comunale DS Fabrizio Mirabelli. Nella sua ultima interrogazione Mirabelli è tornato a toccare questioni al momento inevase e senza risposta.
«Non è possibile – dice Mirabelli – che in tutti questi anni non sia stato fatto niente per mettere in sicurezza e recuperare il castello di Belforte, vera risorsa per tutti i varesini. Non è una responsabilità solo di questa amministrazione comunale, sono anni che si parla e che non si fa niente. Con la giunta Fumagalli le promesse sono aumentate e i fatti sono rimasti senza riscontro».
Settantamila euro messi a disposizione tre anni da Iper; poi altri 480mila ancora di Iper; infine la promessa fatta dal consiglio comunale di mettere a disposizione 100mila euro derivati dall’alienazione di case popolari. Una bella cifretta, che per il momento balla. Unica cosa realizzata sinora, un ponteggio e la messa in sicurezza nell’autunno scorso, intervento peraltro effettuato gratuitamente dall’impresa Caravati. «I tasselli del mosaico ci sarebbero tutti – continua Mirabelli – ma dell’opera completa non si vede l’ombra. Non vorrei che il disegno di qualcuno sia quello di lasciar andare tutto a rotoli, per poi utilizzare l’area per altri fini. Sarebbe inaccettabile, sopratutto per il belfortesi che si sono spesi in prima persona».
Da un sopralluogo sul posto, il disagio degli abitanti è verificabile: la strada che collega via Calatafimi a via Scoglio di Quarto è inagibile dal Novembre 2002, colpa di un crollo strutturale dell’ala duecentesca del castello, ormai irrecuperabile. Tra le macerie si annidano topi e quando piove si crea una barriera che provoca allagamenti, a detta della signora Valeria Caccia, una delle due sorelle che abitano di fianco al castello: «La situazione è desolante, un altro inverno in queste condizioni sarebbe insopportabile. Qui nessuno lavora e nessuno si è fatto vivo. Mi hanno chiuso il cancello che dà accesso alla via Calatafimi, senza sgombrare la via, impedendomi il passaggio».
Il castello è da qualche tempo per 4/5 di proprietà comunale. Nell’edificio vivono degli abusivi. Per loro si apre un problema di abitabilità e di sicurezza. Nell’interrogazione Mirabelli chiede conto anche di quali iniziative il comune abbia messo in atto per loro e quali programmi siano in corso per acquisire al patrimonio pubblico la parte restante.
Il presidente della commissione ambiente, Federiconi, ha bollato l’interpellanza di Mirabelli come «faziosa e priva di costrutto. Stiamo facendo quanto possibile con i fondi disponibili. Entro fine anno speriamo di dare il via ai progetti, che ci sono».
Quali siano questi progetti, al momento non è dato di sapere.
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