“Over and out”, il jazz secondo Alessandro Carabelli
Il disco della maturità per il jazzista varesino. Una band collaudata e tredici brani, tra cui la rivisitazione di "La città vecchia" di De André
È un disco ricco e lineare "Over and out" (Splasc(H) Records) di Alessandro Carabelli Group. Un disco che arriva nel momento della maturità artistica per il jazzista varesino. L’insospettabile quarantenne Carabelli ha condensato in tredici brani la consapevolezza di chi non dà nulla per scontato, soprattutto in musica. Il jazzista in "Over and out" dà prova di quanto sia importante per la musica non erigere barriere inutili.
La lettura di un brano puo’ essere diversa senza per questo snaturare le intenzioni dell’autore. Lui lo fa scegliendo due pezzi difficili proprio per la loro apparente semplicità: "La città vecchia" di Fabrizio De André, brano d’autore carico di nostalgia barocca e sentimento mediterraneo, reso ancor più struggente dall’armonica di Max De Aloe, e "Chim Chim Cheree", di Robert Sherman, capace di far sognare quanto l’originale.
L’alchimia strumentale di questo disco poggia sulle solide spalle di ottimi e conosciuti musicisti, come Il bassista Marco Conti, il batterista Stefano Bagnoli, il sassofonista e clarinettista Diego Mascherpa e il chitarrista Luciano Zadro. La loro è un’esecuzione lineare, disciplinata, pulita, favorita anche dalla scrittura di Carabelli, capace di valorizzare l’insieme, senza occultare la forte personalità musicale di ognuno. Ascoltare la bellissima "A sun under the stars" per credere. La mancanza di una ciclicità non significa che in "Over and out" manchi un tema dominante. Il ricordo, la nostalgia e forse un certo romanticismo affiorano di continuo nella morbidezza delle note scritte da Carabelli, insieme a qualche tributo di riconoscenza per chi ha dato tanto al jazz , come in "For You and Me".
"To Nick for ever" riporta la quarta del libretto. Un pensiero per un amico scomparso, a cui Carabelli dedica il disco e il brano "Dear Nick".
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