L’agenzia regionale per il disarmo riparte da Varese
Elio Pagani e Angelo Zappoli, consigliere comunale di Rc, lanciano una proposta di legge popolare per la riconversione dell’industria bellica
«Quando kofi Annan denuncia i numeri dei morti tra i civili nelle guerre disseminate nel mondo, sta denunciando quei paesi che producono armi. L’Italia è tra questi». A parlare è Elio Pagani, da anni anima e sostenitore sul territorio del movimento per il disarmo e per la riconversione dell’industria bellica. «La nostra provincia – continua Pagani – fa la parte del leone nel settore bellico aeronautico, che assorbe il 40 per cento del fatturato nazionale. Meno imprese rispetto a Brescia, ma più importanti».
Parte da lui e dal consigliere comunale di Rifondazione comunista Angelo Zappoli la proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione dell’agenzia regionale per lo studio e l’attuazione dei progetti di riconversione dell’industria bellica, per la promozione dei progetti e dei processi di disarmo.
L’agenzia è stata attiva dal 1994 al 1998. In quel periodo è stata convocata più volte e ha prodotto importanti decisioni sull’industria bellica lombarda. Non ha avuto, però, vita facile perché la Giunta regionale precedente ha tentato di farla chiudere. A salvarla è stato un appello lanciato e sottoscritto da alcune personalità del mondo cattolico, culturale e della società civile.
«Il problema però è rimasto – conclude Pagani – , perché l’agenzia di fatto non funziona. Nonostante nel 2004 fosse stata rifinanziata, quei fondi accantonati sono stati destinati dalla regione ad altre attività. Comunque noi presenteremo in Giunta regionale molte di più delle 5000 firme richieste per la proposta di legge popolare. Perché vogliamo dare un segnale chiaro».
L’iniziativa non è targata politicamente, Pagani lo sottolinea a più riprese. È espressione del mondo laico, cristiano e cattolico, ma soprattutto delle associazioni impegnate sul tema della pace, sindacati compresi. Una presenza necessaria la loro, in quanto la rincoversione dell’industria bellica si scontra con il problema della salvaguardia dei posti di lavoro.
Nel frattempo Angelo Zappoli ha già depositato due mozioni da discutere in consiglio comunale: una sulla legge popolare per l’istituzione dell’agenzia, l’altra sulla censura della guerra.
«Non abbiamo fatto altro – spiega il consigliere di Rifondazione comunista – che cercare di essere coerenti con il dettato costituzionale. Se la Carta suprema afferma il principio che "l’Italia ripudia la guerra", la guerra non puo’ essere lo strumento "normale" per risolvere i conflitti. Inoltre, riteniamo grave la sottrazione al Parlamento della funzione sancita dall’articolo78 della Costituzione, relativa alla delibera dello stato di guerra, a vantaggio dell’esecutivo che, attraverso decreto, potrà dichiarare il “tempo di guerra”. Il rilancio dell’agenzia regionale per il disarmo è importante sia per le prospettive occupazionali, sia perché rappresenta una scelta concreta per la pace. Ora aspettiamo di discuterle…sperando in tempi ragionevoli. Comunque siamo armati di pazienza»
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