Due, ma belli tosti

E’ già accaduto, accadrà ancora: ma una delle notizie più interessanti della settimana stava in un trafiletto nelle pagine interne dei quotidiani di venerdì: la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato una leggina che salva cinque esponenti di governo dalla tagliola della legge sul conflitto d’interessi (in questo caso l’incompatibilità tra la carica di governo e posti nelle amministrazioni locali). Per loro cinque l’incompatibilità non vale più, capra e cavoli sono salvi. Alla faccia nostra e alla faccia del post it seguente.
I MARCHESI DEL GRILLO – Il finale di partita sulla crisi comunale di Busto Arsizio ha messo davanti a tutti con fragore un’inquietante verità: oramai viviamo in un simulacro di democrazia, in una recita in cui persino ogni apparenza, ogni minimo di fair play istituzionale è stato travolto da un’oligarchia che si crede autorizzata a tutto, compreso non dover rispondere all’opinione pubblica di quello che fa. I temi della crisi sono stati discussi ovunque (sedi di partito, aziende del gas, corridoi, segrete stanze) tranne che nel solo luogo deputato dalla legge, cioè il consiglio comunale, a cui i cittadini hanno accesso. Peggio, l’unica seduta in cui avrebbe potuto essere chiarita la situazione coram populo, si è risolta in un quarto d’ora, appello compreso. Non è finita: spiace sentire il segretario di Forza Italia Nino Caianiello, simpatica persona, dire che d’ora in avanti liquiderà critiche di questo genere con uno sdegnato silenzio. Fa venire in mente quella scena del “Marchese del Grillo” in cui Alberto Sordi si affaccia al balcone e al popolino che lo contesta esclama “Io so’ io e voi nun siete un cazzo!”.
LA LUNA NON E’ QUADRATA – Una più attenta lettura dei quotidiani risparmierebbe alla “Prealpina” e al sindaco di Varese Fumagalli le cappellate pronunciate a proposito delle dimissioni dell’assessore Musajo Somma e dell’eterno dibattito sulla cultura a Varese che ne è seguito: “In fatto di cultura Varese si barcamena, come le altre città lombarde” scrive Maniglio Botti sul quotidiano locale. Ma davvero? Centoquarantamila biglietti piazzati in prevendita per la mostra su Van Gogh a Brescia significano barcamenarsi? Al contrario, le città di provincia (tranne Varese) sono per unanime opinione protagoniste di uno dei fenomeni più interessanti di fervore culturale. “Noi facciamo quello che fa Mantova spendendo di meno” proclama Fumagalli. Deve essergli sfuggito che in questi giorni Mantova sta su tutte la pagine dei quotidiani nazionali per merito del suo festival della musica, che ha attirato artisti di grande valore e migliaia di turisti. Ciliegina sulla torta: la direzione artistica del festival di Mantova è curata da Titti Santini e Vittorio Cosma, impresario il primo, musicista il secondo, con una caratteristica in comune: sono entrambi di Varese. Anziché consolarci a suon di balle, chiediamoci perché Santini e Cosma hanno dovuto bussare ad altre porte per mettere a frutto il loro talento.

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Pubblicato il 04 Giugno 2005
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