Un gattile per la città di Varese

Di Paola Villa Vice Presidente Sezione di Varese

Con riferimento agli articoli apparsi in merito alla costruzione di un gattile, l’ENPA Sezione di Varese, promotore di tale progetto, considerate le preoccupazioni di alcune persone, desidera puntualizzare alcuni punti .

Circa un anno fa ENPA venne interpellata dal Comune per la realizzazione, sollecitato da alcune gattare, di un gattile.
Ci fu presentato un progetto che vedeva utilizzata l’area adiacente l’attuale canile municipale in quanto ritenuta dal Comune più comoda per il prolungamento dei servizi primari.
Tale progetto fu da noi bocciato poiché insoddisfacente sia dal punto di vista del benessere animale di gatti e cani
(che erano divisi solo da una rete) che dal punto di vista strutturale-funzionale e delle dimensioni della struttura prevista (ca 300/350 mq).

In alternativa l’allora Commissario della Sezione, Paola Villa, propose la ristrutturazione del vecchio canile quale
primo passo per un aiuto ai mici. Tale struttura, di esigue dimensioni ma in muratura e ristrutturabile con la mode-
sta cifra a disposizione del Comune (che da Euro 80.000 previsti per il primo progetto si erano ridotti a 20.000), sarebbe servita come luogo temporaneo di degenza sanitaria per i gatti randagi o per lo svezzamento di eventuali cucciolate prima di essere rimessi in colonia accudita o affidati.
In futuro sarebbe stata chiesta un’estensione per l’approntamento di aree destinate a gatti impossibilitati a vivere in colonia.

I funzionari del Comune, Dr. Cardani e Arch. Roncaglione del Servizio Tutela Ambientale, si dissero entusiasti di
tale proposta e si impegnarono a portare avanti il progetto di ristrutturazione.

Per mesi tutto tacque finchè leggemmo sul giornale che anche i tanto agognati 20.000 euro, concessi dalla Regione,
pareva fossero stati rifiutati a seguito dell’opposizione di un Consigliere Comunale della Margherita. In Comune ci dissero che però forse qualche speranza c’era ancora.

Non ci furono altre notizie fino a quando, a metà dicembre, a nostra richiesta ci venne risposto che la persona incaricata
del progetto non lavorava più all’Area Tutela Ambientale.

Dopo pochi giorni, a sorpresa, sul giornale apparve la notizia che il progetto era stato proposto da Forza Italia e suc-
cessivamente, in un altro articolo, l’associazione Amici dell’Uomo (che ha sede a Cittiglio) pareva assumersene la paternità pur dichiarando di non essere d’accordo sull’ubicazione.

Desideriamo chiarire che ENPA, pur non contrastando l’idea della realizzazione di un gattile, considera positiva tale
possibilità solo nel caso venisse progettata una struttura veramente funzionale e con scopi ben definiti.

Il gattile, che nell’immaginario collettivo dovrebbe radunare i gatti randagi e funzionare più o meno come un canile, non è neppure pensabile. Agglomerare un elevato numero di gatti, specie in uno spazio di ridotte dimensioni, signi- ficherebbe farli ammalare e morire. Inoltre, etologicamente il gatto, non ama socializzare con i suoi simili, a differenza del cane. Le colonie si sono spontaneamente formate solo per motivi di alimentazione.

La legge 281/91 ha sancito che i gatti devono vivere liberi sul territorio raccolti in colonie feline, ove possibile, custodite.
Si è infatti trasformata la figura della “gattara” che ora si chiama “tutore della colonia felina”; a breve avrà un tesserino di riconoscimento onde poter svolgere tranquillamente il suo compito, che collabora con le istituzioni pubbliche alla cattura, sterilizzazione e controllo sanitario e demografico della colonia stessa.

Un gattile, secondo noi, dovrebbe servire per le reali situazioni di necessità sociale (proprietario deceduto o ricoverato, sequestro, maltrattamento, allergia ecc.) e non dovrebbe essere utilizzato da chi per scaricarsi la coscienza “regala e relega” il gatto o la cucciolata (perché per tirchieria non ha voluto sterilizzare la femmina) in un posto assistito.
In caso contrario il gattile si riempirebbe di centinaia di gatti nel giro di brevissimo tempo. Chi li manterrebbe e, soprattutto, chi li accudirebbe?

Paola Villa

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Febbraio 2006
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