La Liberazione sfila sotto la pioggia
Tanta gente per le strade cittadine per il 61° anniversario del 25 aprile: famiglie, bambini e autorità hanno sfidato il brutto tempo
Una pioggia battente non ha fermato le celebrazioni per il 61° anniversario della Liberazione a Gallarate. In più di 400 sono scesi in strada e dietro i gonfaloni ufficiali delle formazioni partigiane che hanno combattuto contro il nazifascismo hanno sfilato per le vie cittadine, in una Gallarate deserta per il ponte e per il brutto tempo. Tre i momenti clou in ricordo di quanti si sono sacrificati per la libertà di tutta la nazione: le deposizioni delle corone d’alloro al Sacrario dei Caduti e alla Tomba del Partigiano, al Monumento dei Caduti in piazza Risorgimento e al Monumento della Resistenza in Largo Camussi. Tante famiglie e tanti bambini hanno percorso le vie cittadine, accompagnati dalle musiche della corale “Arnatese” e del corpo musicale “La Concordia”, che hanno diffuso per le strade di Gallarate le note dei canti partigiani, “Bella Ciao” su tutti, e l’inno italiano, cantato mano sul cuore dai tanti presenti in piazza Risorgimento. Numerose anche le autorità presenti, in testa il sindaco Nicola Mucci, seguito da buona parte della sua giunta uscente e da numerosi ex consiglieri comunali, tra i quali anche il candidato sindaco del centrosinistra, Pierluigi Galli: i due si sono scambiati battute e sorrisi, come a stemperare il clima di una campagna elettorale che deve ancora entrare nel vivo e i cui toni no si annunciano pacati.
Le celebrazioni sono proseguite in sala consiliare, dove gli alunni dei licei gallaratesi hanno letto alcuni passaggi di Pier Paolo Pasolini, Piero Odetti e Piero Calamandrei. I testi sono stralci della mostra realizzata dagli stessi liceali intitolata “La guerra in casa”, visibile fino al 15 maggio prossimo al liceo scientifico, inserita nel “Progetto Memoria”. Toccante la testimonianza di Calamandrei, padre della Costituzione, che ricordava come “il testo sia nato dalla montagna, da chi ha combattuto, ha sofferto ed è morto per la libertà. Non è carta morta, è viva. Nei suoi articoli riporta la presenza di Mazzini, Cavour, Cattaneo, Garibaldi, Beccarla”. Scroscianti applausi dalla folla, all’interno della quale erano presenti numerosi esponenti del comitato “Salviamo la Costituzione” di Gallarate. Nel suo discorso ufficiale il primo cittadino Mucci, senza mai citare direttamente Resistenza e partigiani, ha sottolineato «l’importanza della giustizia e della democrazia, dei valori del rispetto delle persone e della legge insegnati da chi ha combattuto per la libertà e per la pace».
La chiusura delle celebrazioni è stata affidata al senatore Giuseppe Gatti, presidente della sezione gallaratese dell’Anpi: «Il 25 aprile non è una data tra le tante – ha detto nel suo lungo discorso -, ma il segno del riscatto morale di tutta la nazione. È il ricordo di chi si è sacrificato pur di non aderire alla Repubblica Sociale, di chi è morto a Cefalonia per combattere i nazisti, di quei 45 mila partigiani morti sulle montagne: evitare l’oblio e la rimozione è compito di tutti, per non cadere nell’errore di chi ha assistito, silenziosamente colpevole, all’ascesa del fascismo, delle leggi razziali e liberticide». Gatti ha poi attaccato duramente il revisionismo storico e la riforma Costituzionale: «Già Primo Levi avvertiva il pericolo che correremo quando tutti i testimoni saranno morti. Oggi i tentativi di mistificare la realtà sono frequenti – continua Gatti -: xenofobi, razzisti, finti ex fascisti e veri nazisti si mescolano all’interno di partiti e formazioni democratiche. Non possiamo accettare che si glorifichi chi ha appoggiato il nazismo allo stesso modo di chi lo ha combattuto strenuamente: gli uomini si possono riconciliare, la memoria no. La Costituzione è nata dalla Resistenza, questa riforma tenta di modificarne buona parte in maniera scorretta: il testo costituzionale non è di destra né di sinistra, è una guida per la convivenza democratica».
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