Salvare i nidi, coro di sì da tutta Busto

Genitori, educatrici, sindacati e politici uniti a difesa dei posti di lavoro e delle strutture pubbliche. Una soluzione, quella di Cardano al Campo e dell’Istituzione Pubblica

Non sono molte le occasioni di dibattito pubblico in cui nella sala del Museo del Tessile rimangono pochi posti a sedere vuoti. Ancora meno, quelle in cui è la fascia giovane della popolazione bustocca a partecipare. Ma ieri sera venerdì 19 maggio sono state le giovani famiglie – i genitori dei bambini dei nove asili nido comunali – a far sentire la loro voce. Accanto  a loro, le 17 educatrici precarie (più le cinque delle scuole materne), che forse non vedranno il loro contratto rinnovato, i sindacati, i candidati sindaci alle amministrative del 28-29 maggio e infine, i più chiassosi e allegri, i bimbi dei nidi bustocchi.
Tema centrale dell’assemblea pubblica organizzata dal neonato Comitato Genitori Busto (http://it.geocities.com/comitatogenitoribusto/; comitatogenitoribusto@yahoo.it), la possibile chiusura o privatizzazione di alcuni degli asili nido pubblici di Busto. Con i tagli previsti dalla Finanziaria agli enti locali, per rispettare il Patto di Stabilità i sindaci non possono superare un certo tetto di spesa, inferiore nel 2006 a quello previsto per l’anno precedente. Da qui quindi l’impossibilità dichiarata dal Comune di riconfermare le 22 precarie per il biennio 2006/2007.
«Questo comitato – spiega il presidente Alberto Zone, papà di una bambina di un anno iscritta al nido –  è nato per cercare insieme ai genitori, alle educatrici, ai sindacati e alle forze politiche una soluzione per salvare queste strutture. In questo campo, il pubblico a Busto ha sempre funzionato: è un servizio di alta qualità a cui non intendiamo rinunciare».

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L’assemblea pubblica del Comitato Genitori Busto per salvare i nidi comunali 4 di 9

Busto infatti, rispetto alla provincia di Varese, vanta una capacità di offerta di posti in asili nido del 18 per cento rispetto all’11 per cento provinciale: cifra comunque lontana dall’obiettivo del 30 per cento che l’Unione Europea si è posta nel 2000 a Lisbona. «Lavoro da trent’anni nel servizio educativo pubblico – spiega Carla Bianchi, coordinatrice dell’asilo nido Espinasse da sempre in prima fila per salvare nidi e posti di lavoro – e ho assistito ai miglioramenti vissuti dalle strutture bustocche. Negli ultimi anni, l’amministrazione ha scelto di assumere personale non di ruolo: educatrici capaci che hanno dimostrato entusiasmo e voglia di lavorare. Licenziarle vuol dire peggiorare inevitabilmente il servizio e non solo».
Sono tanti infatti i problemi legati a una diminuzione dei posti per i bambini: non si parla solo di perdita di posti di lavoro per le educatrici e scadenza nella qualità dell’educazione, ma anche di un passo indietro nell’obiettivo di sostenere l’occupazione femminile. «Le mamme e i papà di Busto non chiedono parcheggi per i loro figli – spiega Gabriella Sberviglieri, consigliere di Parità della provincia di Varese e membro del Comitato cittadino Asili Nido – ma servizi di qualità che oggi ci sono e domani forse saranno negati. Il pubblico va mantenuto e migliorato: gli strumenti per lavorare in questo senso ci sono. Oggi dobbiamo costruire proposte concrete non solo per vincolare, ma per “inchiodare” i futuri amministratori e impedire che la competenza costruita in trent’anni venga distrutta».

Una soluzione, già attuata da altri Comuni, si chiama Istituzione: l’articolo 113/bis della legge 267 dell’agosto 2000, prevede infatti che i servizi pubblici locali privi di rilevanza economica possano essere gestiti attraverso l’affidamento diretto a istituzioni. A Cardano al Campo, per salvare il solo nido presente e altri servizi, il sindaco Mario Aspesi ha creato dal primo aprile 2006 la Pubblica Istituzione Cardano. «Ho seguito l’esempio del comune di Arona. Il personale dell’Istituzione continua ad essere trattato secondo le precedenti norme contrattuali, ma le risorse economiche – spese e stipendi – che vanno a questi servizi non rientrano nel bilancio comunale e quindi è possibile rispettare il Patto di stabilità. Non parliamo di privatizzazione o esternalizzazione, ma di una soluzione, concertata con i sindacati, con cui oggi garantisco il servizio ai miei cittadini e sono nelle condizioni di riconfermare le educatrici a tempo determinato».
Chiamati quindi in causa i candidati sindaci presenti in sala, fra qualche battibecco inevitabilmente nato, tutti si sono detti pronti cercare da subito una soluzione al problema e fermi nel voler salvare le nove strutture pubbliche. Farioli (Casa delle Libertà) e Mariani (Centro sinistra) si sono detti favorevoli ad approvare da subito una variazione al bilancio per garantire il servizio in giugno e luglio e ad intraprendere il cammino di Cardano al Campo. Rosa (Busto Civitas e Busto dei quartieri), in passato scettico sull’idea di un’Istituizione, ha detto che l’esempio di Aspesi apre delle riflessioni. Più generici nelle loro proposte Porfidio (La voce della città) e Gallarate (Lega per Busto provincia Lombardia), che hanno comunque rimarcato la loro volontà di affrontare il problema.

Dopo le due settimane di intenso lavoro, il Comitato genitori si prende ora una settimana di vacanza in attesa del responso elettorale: dopo il 29 maggio, come recita uno dei loro cartelli, la speranza è che dalle promesse si passi ai fatti.

 

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Pubblicato il 20 Maggio 2006
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