Crisi idrica, arrivano le cisterne
Numerose le lettere dei lettori che segnalano gli sprechi o che chiedono chiarimenti. Posizionati contenitori d’emergenza ad Azzate, Daverio, Galliate e Bodio
Arrivano le cisterne. La siccità ha colpito i paesi che anche l’anno scorso hanno patito di più la scarsità d’acqua. Oggi, giovedì 24 aprile, Aspem nel suo sito comunica che sono arrivati rifornimenti d’acqua ad Azzate (Vegonno via XXV aprile vicino cappella, via Colli davanti alle scuole), Daverio (via Gramsci angolo via Volta, piazza Monte Grappa), Galliate Lombardo (via Ferrari davanti al Comune), Bodio Lomnago (piazza Gandini di fronte alla chiesa e via Montegrappa parcheggio). In ognuno di questi punti sono state piazzate cisterne da 1000 litri.
La situazione, quindi, si fa di giorno in giorno più critica e la tensione sale.
“Abito in condominio: se il mio vicino consuma più acqua di me, come fa Aspem a calcolare quanto devo pagare io?”. “Perché gli autolavaggi continuano il loro lavoro indisturbati?”.
Se emergenza idrica dev’essere, che sia. E per tutti. I varesini hanno affilato le armi e in alcuni casi è scattata anche la “delazione”. E’ impossibile, almeno per i cittadini con un senso civico più affinato di altri, non notare gli sprechi. E così fioccano le telefonate ad Aspem: preoccupazione, ansia per le torride giornate che verranno e molta rabbia. A volte anche male convogliata (“non piove? Governo ladro!”), a volte invece giustificata (“il mio vicino se ne frega dell’ordinanza e dei controlli, bagna quando e quanto gli pare”).
”Noi cerchiamo di rispondere a tutti – spiega la responsabile delle relazioni esterne di Aspem dottoressa Bassani – ma l’ansia a volte porta a pensare cose prive di fondamento: se la situazione dovesse precipitare mai e poi mai Aspem razionerebbe l’acqua senza avvertire i cittadini con almeno 48 ore di anticipo”.
Ma il rischio che si arrivi al razionamento c’è.
Allora perché, si chiedeva una nostra lettrice, gli autolavaggi, così come le piscine, continuano a usare l’acqua come se il problema siccità per loro non esistesse?
”Primo perché non possiamo bloccare un’attività lavorativa – spiega la dottoressa Bassani – autolavaggi o piscine pubbliche che siano e poi perché gli autolavaggi usano acqua potabile che poi però viene in parte riciclata”.
E allora siamo andati a vedere se è davvero così. “E’ vero usiamo acqua potabile –spiega Pietro Cassani dell’autolavaggio di viale Europa – Per ogni lavaggio d’auto ne vengono utilizzati circa 90 litri che poi finiscono in vasche interrate. Lì l’acqua si ferma e decanta quindi viene depurata e rimessa in circolo. Per questa operazione noi degli autolavaggi paghiamo a parte l’utilizzo del depuratore pubblico, com’è giusto che sia, anche se la tariffa è aumentata parecchio”.
Almeno una questione pare avere una risposta. Resta il vicino che bagna il giardino pensile senza badare al “risparmio”. E lì c’è poco da fare. Tranne chiamare i vigili.
Il comune di Varese comunica inoltre he da oggi, 24 maggio, e fino a martedì prossimo, verrà realizzata una campagna di informazione sull’ordinanza per la limitazione dell’uso di acqua a Varese, tramite il porta a porta. Saranno distribuiti 37mila opuscoli, che riportano i punti del documento, a tutte le famiglie ed anche alle attività presenti sul territorio.
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