La Lega si interroga, Uslenghi fa paura
Il giorno dopo l'esito delle urne, la città si prepara al ballottaggio tra Morniroli e l'ex sindaco espulso dal Carroccio
Non si era mai visto il ballottaggio a Cassano Magnago. La città natale di Umberto Bossi è da tanto tempo, ben tre tornate elettorali, roccaforte inespugnabile della Lega Nord: prima Domenico Uslenghi, poi Aldo Morniroli, per 14 anni il Carroccio ha governato in città, a lungo da solo, poi con la Casa delle Libertà. Proprio gli ultimi due sindaci si sfideranno al ballottaggio dei prossimi 10 e 11 giugno, l’un contro l’altro armati per raggiungere la poltrona di primo cittadino.
Uslenghi lo conoscono tutti, per decenni è stato l’uomo forte della Lega Nord, non solo a Cassano Magnago: amato e odiato, ha mantenuto anche dopo l’espulsione dal partito un seguito che nel segreto dell’urna si è rivelato inimmaginabile. Che avrebbe preso tanti voti lo immaginavano in tanti, ma che arrivasse al 19,1 per cento, battendo l’Ulivo e dando quasi 4 punti di distacco e 460 voti alla Lega Nord non era un’ipotesi presa in considerazione. E invece eccolo qui, più vivo che mai e pronto a dare battaglia dopo una nottata passata sveglio ad assistere al tira e molla dei voti che c’erano e non c’erano, mancavano e non arrivavano: «Ero sicuro del ballottaggio – commenta -. Sono contento perché la CdL è stata zittita: non hanno considerato che Uslenghi è conosciuto, mi hanno trattato male. Mi spiace per la Lega, non quella di Cassano, quella vera, quella che ho nell’anima, nella testa e nel cuore. Alleanze ufficiali io non ne faccio, penserò a come poter vincere al ballottaggio: sono arrivato qui, sono fiducioso».
Morniroli è meno istrione, meno presenzialista: è un uomo del partito, fa parte della segreteria nazionale, è riuscito a mediare tra le posizioni oltranziste di tanti colleghi di partito e la tendenza a fagocitare tutti gli altri di Forza Italia. La Lega Nord cassanese, esempio più unico che raro in provincia, ha pagato dazio in queste elezioni: ha perso quasi 1600 voti rispetto al 2002, tanti dei quali sono finiti proprio al più odiato tra i rivali, quel Domenico Ulsenghi che adesso fa paura. Se ne sono andati Roberta Vignati e Donato Gabriele Giacomozzi, ex assessori che hanno salutato la compagnia a ridosso delle elezioni: «Uslenghi ha fatto il pieno di voti, è lì da vedere – commenta Donato Brancalion, segretario cittadino del Carroccio -. Non è vero che la sezione cittadina va male, non siamo noi che dobbiamo dare spiegazioni, ma chi se ne è andato senza dire nulla a noi. Uslenghi voleva fare il sindaco, non era più conciliabile con la sezione: certo ci aspettavamo prendesse di meno, ma ha fatto una campagna elettorale maniacale, nelle case, nelle associazioni. Ha tanto tempo e si è visto. Non ci rimproveriamo niente, al ballottaggio vinceremo anche se l’Ulivo, che gli ha sempre sparato contro, andrà con Uslenghi». «Cassano è una nota dolente – commenta Fabio Rizzi, segretario provinciale della Lega Nord -, ma non così dolorosa. L’effetto Uslenghi era immaginabile, è un ex storico, ha un seguito enorme: non siamo pentiti per la sua espulsione, non era più compatibile con noi». Punta sul coinvolgimento di chi non è andato a votare il sindaco uscente Aldo Morniroli: «Si sapeva che Uslenghi avrebbe pescato da noi – spiega -, ma ha preso, e tanto, anche da altri. È andato in giro per tutta la campagna elettorale dicendo di essere lui l’elemento della Lega vera, ora dobbiamo convincere gli elettori che siamo noi la CdL: abbiamo fatto tanto, ma con 8 candidati era immaginabile il ballottaggio. Abbiamo 3400 voti circa più del secondo, per soli 260 voti non abbiamo vinto subito: è la prima volta che si va al secondo turno a Cassano, volgiamo riportare al voto chi ha scelto noi al primo turno, con quei voti vinceremmo. L’Ulivo non so cosa farà: se sceglierà Uslenghi non lo farà gratis».
Tra tutti, chi è andato meglio è Forza Italia, con 2603 voti e il 24,08% del totale, quasi 200 preferenze più del 2002: «Abbiamo migliorato di molto e siamo più che contenti – commenta Alberto Bilardo, assessore uscente e uomo forte del partito in città -. Ci aspetta un ballottaggio complicato, ma combatteremo. La coalizione ha tenuto, non abbiamo avuto il 50,1 per cento per una manciata di voti, con 8 liste era prevedibile. Uslenghi è andato benissimo, è rispettato e conosciutissimo. Sono gli altri che devono temere noi, siamo davanti, siamo più forti».
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