Mussi al Ccr: «Per la ricerca dobbiamo pensare europeo»

Il ministro ha fatto visita ai lavoratori dell'Istituto di Ispra in una giornata dal titolo "Insieme per la scienza"

«Dobbiamo lavorare insieme per uno spazio comune della ricerca». È questo l’obiettivo, ricordato più volte durante la sua visita al Ccr di Ispra, dal ministro dell’università e della ricerca Fabio Mussi. L’occasione per vedere da vicino i laboratori del Centro di ricerca e i progetti portati avanti dagli scienziati è stata quella dell’incontro "Insieme nella scienza", organizzato in occasione del cinquantesimo anniversario dei Trattati di Roma. Tra i relatori anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il commissario europeo Janez Potocnick, il segretario generale del consiglio di ricerca europeo, Ernst-Ludwing Winnacker e il direttore generale del Jrc, Roland Schenkel.
«Il sito di Ispra – ha sottolineato il ministro – è una delle principali basi che sono state gettate per la costruzione un sistema della conoscenza comune a tutti gli stati dell’Unione. Nel 2000 l’agenda di Lisbona ha posto degli obiettivi importanti per rendere l’Europa un’economia più dinamica fondata sulla conoscenza. Per fare ciò si deve però correre perché sul podio possiamo salire ma rischiamo di avere la medaglia di bronzo». Stati Uniti e Asia, secondo Mussi, stanno puntando infatti su innovazione e ricerca più di quanto stia facendo l’Europa. «Occorre che le nostre risorse finanziarie e umane – ha continuato – abbiano una struttura europea, si deve uscire dalle logiche strettamente nazionali, si deve pensare europeo. Forse per la politica questo è ancora difficile ma la ricerca può farlo».

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Pensare europeo è un traguardo che ha trovato tutti concordi ma che, secondo Roberto Formigoni, non deve perdere di vista il contatto con il territorio. «Per favorire la creazione di reti di conoscenza, aiutare le imprese a fare sistema, proporre nuovi progetti, non c’è strumento più appropriato che il livello regionale. La ricerca non può essere soltanto il risultato di una pianificazione centrale ma serve il coinvolgimento dei soggetti vicini al territorio, quelli capaci di aiutare a fare rete attraverso progetti comuni».

Il rapporto tra il Ccr di Ispra e Regione Lombardia ha tra le sue basi un accordo datato 2003. «Ispra è una delle sedi più vivaci dei Centri di ricerca europei e ha assunto via via un ruolo strategico nello spazio europeo della ricerca. La collaborazione tra la Regione Lombardia e questo prezioso istituto ha come cardine la ricerca su temi come l’inquinamento, lo sviluppo sostenibile, l’energia, la sicurezza e soprattutto l’ambiente e la salute». Proprio dall’emergenza ambientale e dalla necessità di sviluppare delle fonti energetiche alternative parte la richiesta di trovare uno spazio europeo destinato alla tecnologia alla scienza. «Le prime azioni dell’Unione miravano a garantire le quattro libertà: la libera circolazione delle merci, delle persone, dei capitali e dei servizi – ha spiegato Janez Potocnik -. Quel traguardo è stato raggiunto e ora c’è la quintà libertà da garantire: la circolazione della scienza e della conoscenza. Questo nuovo obiettivo ci chiede coinvolgimento e spirito di cooperazione e ci mette di fronte a nuove sfide. Una fra tutte quella posta dal cambiamento climatico:  Ci dobbiamo chiedere se ciò che sta avvenendo attorno a noi sia opera o meno dell’uomo. E se la risposta è quest’ultima, e per il 90 per cento delle ipotesi è così, dobbiamo pensare a come rimediare».

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Pubblicato il 11 Maggio 2007
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