Sarà l’arte del design ad inaugurare la nuova Gam

Presentato l'evento che nella primavera del 2009 farà da apripista alla nuova struttura di via De Magri: a presentarla Philippe Daverio, Raimondo Fassa ed Emma Zanella

Dopo mesi di parole, supposizioni ed un fitto mistero, ecco svelata quale sarà la mostra che inaugurerà la nuova sede di via De Magri della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (Gam) di Gallarate: “Arte e design. Design è arte”. Un excursus che va dalla seconda metà degli anni quaranta ad oggi tra produzioni industriali, tessili, pittoriche nell’unione tra l’utilità e la bellezza dell’oggetto. A presentare l’evento, in una delle sale che ospitano la mostra “Le trame di Penelope”, sopra un morbido tappeto di tessuti multicolore, accanto all’assessore alla Cultura Raimondo Fassa e alla direttrice della Gam Emma Zanella, il consulente museale Philippe Daverio che ha apprezzato l’ambiente e la mostra in corso alla Gam, segno che le cose funzionano già e potranno solo migliorare.

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Un evento che cadrà nella tarda primavera del 2009, «posticipato appositamente – spiega Daverio -, per avere successo. Vorrei infatti che si proiettasse sull’estate, con orari ampi e aperture serali, ponendosi in rapporto con il salone del mobile di Milano e la Biennale di Venezia, per la quale saremo pungolo, sfida o critica a seconda di quello che decideranno di fare in Laguna». L’istrionico Daverio, vestito come sempre con un tocco originale (scarpe e calzini rigati sulle tonalità del marrone, pantaloni beige, giacca a quadrettoni grigio-marrone, gilet a riquadri viola, giallo e blu, camicia a quadratini rosso, nero e bianca e l’immancabile papillon a righe giallo-nere), è un fiume in piena: spiega di non essere un critico d’arte, ma un antropologo culturale che organizza mostre; di essere convinto che Gallarate può fare da traino per tutta l’area della metropoli urbana che va da Vercelli a Brescia e da Piacenza ad Airolo, un bacino di 7-8 milioni di persone potenziali utenti dell’eccellenza artistica che deve tornare ad essere punto di riferimento per l’Italia; blandisce Fassa e la Zanella, citati da Daverio tra i motivi che lo hanno spinto ad accettare l’incarico gallaratese. Nella discussione, è emersa l’importanza del sistema che a Gallarate si sta sviluppando a partire dalla creazione della Fondazione Culturale e dai progetti urbanistici in atto: «Qui la spesa pro capite per la cultura è di 80 euro, a Milano 20 – ha detto Daverio -. Gallarate può essere raggiunta in un’ora e mezza più o meno da ovunque, anche se la Regione si è dimenticata di fare le strade». L’arrivo di Fabrizio Garghetti, fotografo milanese specializzato nel reportage, giunto alla Gam con il passante ferroviario, è la classica ciliegina sulla torta.  

Fassa in apertura ha lanciato un appello ai privati, perché sfruttino il servizio offerto dall’amministrazione di Gallarate, «città di provincia ma non provinciale», estendendo l’invito anche a Regione e Provincia: tra i privati, sono già stati contattati Aermacchi, Missoni, Saporiti, mentre altri ragionamenti con enti e istituzioni sono nell’agenda degli organizzatori. La scelta di dedicare la prima mostra all’arte del design la spiega Daverio: «Abbiamo lavorato un mese e mezzo, ma l’idea è nata in tre ore – ha detto -. Vogliamo coniugare la spinta a produrre di questa bellissima zona del Paese, con l’utilità e la bellezza di quanto prodotto. Un’idea che vuole attirare il territorio e le aziende, interessate in questo ambito molto esteso che non è solo l’oggettino bello da vedere, ma vera e propria arte». Il percorso espositivo sarà suddiviso in sezioni tematiche, dal futurismo al secondo dopoguerra, fino al periodo nel quale “I salotti erano bianchi”, il piombo degli anni Settanta e il pop degli anni Ottanta. «Proprio sul design era improntata una mostra che abbiamo presentato nel 1993 – commenta Emma Zanella -: la nuova Gam comincerà quinda da un argomento che conosciamo bene e nel quale si affondano le nostre radici». «Vogliamo volare alti – conclude Daverio – per attirare più aquile che polli o capponi. Ce la possiamo fare, le basi ci sono: l’obiettivo è quello di fare concorrenza a Brera. Cento mila visitatori all’anno per la Pinacoteca sono una miseria, noi ci possiamo avvicinare con pazienza ma determinazione».

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Pubblicato il 22 Dicembre 2007
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