Bonomi: “Lufthansa è la vera novità degli ultimi 40 anni”
Il commento del presidente e direttore generale di Sea che si dice "interessato" al piano industriale di Cai e parla dell'arrivo della compagnia tedesca a Malpensa
Valutazione del piano industriale di Cai e importanza di Lufthansa Italia. Sono i temi toccati da Giuseppe Bonomi, presidente e direttore generale di Sea, società che gestisce gli scali di Malpensa e Linate a margine della presentazione della nuova trasmissione di Gianluigi Paragone “Malpensa Italia” che andrà in onda direttamente dallo scalo della brughiera dal prossimo venerdì 23 gennaio. «Quando capiremo meglio com’è il loro progetto potremo correlarlo col nostro piano industriale e vedremo se sarà possibile fare qualcosa insieme -ha detto oggi Bonomi -, il piano industriale di Cai è in costante fase di aggiornamento e sta cambiando giorno dopo giorno. E’ un progetto che merita grandissima attenzione e che noi stiamo valutando dal punto di vista industriale. Ci vorranno tra i tre e i cinque anni perché a Malpensa possa riprendere il suo percorso di sviluppo. La crisi che Malpensa sta affrontando è causata da uno scellerato piano di parte del management di Alitalia che oggi Cai ha ereditato». Per quanto riguarda Linate, Bonomi è stato chiaro: «Non possono decidere né Cai né Sea, ma è il governo centrale che deve fare una scelta in accordo con gli imprenditori del nord, a mio avviso, previo consulto della Regione, come prevede la modifica del titolo V della Costituzione». Capitolo Lufthansa. Per Bonomi l’arrivo a febbraio della compagnia tedesca nello scalo varesino rappresenta «la vera novità del trasporto aereo
internazionale – ha detto Bonomi -. La novità è che una grande compagnia come Lufthansa abbia deciso di costituire un’altra compagnia, in un altro paese, in questo caso il nostro, usando il suo brand e basandosi su Malpensa in forza di un accordo di partnership con Sea. Negli ultimi 40 anni non c’è stato nulla di analogo. E’ evidente che questa prospettiva seria di sviluppo andrà a regime a medio termine. Il nostro piano industriale prevede due fasi da qui all’Expo. La prima, che noi chiamiamo di sofferenza, è quella che abbiamo già cominciato ad affrontare nel marzo 2008 e che è tutt’ora in atto, e una seconda che sarà di sviluppo, per la quale occorreranno alcuni anni».
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