I lavoratori licenziati dalla cooperativa protestano sotto la pioggia

Il Tar della Lombardia ha sancito il 20 marzo scorso l’illegittimità dei licenziamenti della ServiGest: "È una truffa, denunciamo tutte le società coinvolte". Presidio davanti a Villa Recalcati

Presidio sotto la pioggia per i ventitré lavoratori licenziati dalla cooperativa ServiGest a Malpensa. Affiancati dai rappresentanti sindacali di Sdl, Cobas e Cub, i dipendenti che lavoravano nel settore lavaggio e pulizia in appalto per la Lsg SkyChefs, società leader nel comparto catering, si sono ritrovati davanti a Villa Recalcati e sono stati accolti dal Prefetto di Varese Simonetta Vaccari, alla quale hanno esposto i passaggi della loro via crucis. La motivazione del licenziamento è stata spiegata con il passaggio dalla cooperativa “Archimede Logistica e packaging” al consorzio ServiGest: non una novità dato che prima a gestire una parte del servizio c’era la Cis, poi la Archimede e infine la ServiGest, tutte cooperative riconducibili alla stessa proprietà (anche se il responsabile legale è diverso), che ogni due/tre anni cambia nome e ragione sociale e lascia a casa parte dei dipendenti non ottemperando al pagamento di contributi e tfr (trattamento di fine rapporto di lavoro).
Il Tar della Lombardia ha sancito con una sentenza del 20 marzo scorso l’illegittimità di quei licenziamenti poiché non sono state attivate le necessarie procedure sindacali in caso di licenziamento collettivo, condannando così la cooperativa Archimede a reintegrare tutti i lavoratori ricorrenti e a risarcire loro il danno nella misura prevista dall’art. 18. A perdere il posto e a protestare sono rimasti in 23 dei 50 licenziati dalla cooperativa: gli altri sono stati reintegrati dal nuovo consorzio subentrato, mentre quelli licenziati sono stati sostituiti nei numeri e nei compiti da altri nuovi dipendenti. Il sindacato ha aperto una procedura risarcitoria nei confronti della cooperativa per una cifra che si aggira sui 500 mila euro, soldi che la cooperativa presumibilmente non pagherà mai e della quale committente Lsg non vuole (e non può) farsi carico. Nel frattempo dai ricorsi all’Inps per i contributi che risultavano non pagati si è scoperto che parte di quei soldi dovuti ai lavoratori sono stati versati in un secondo momento.
In mezzo a queste “beghe” legali ci sono loro, i lavoratori, per lo più stranieri, molti dei quali in attesa di rinnovare il permesso di soggiorno e con famiglie a carico, letteralmente smarriti in una vicenda più grossa di loro che rappresenta uno dei tanti buchi neri del mondo di Malpensa: «Si tratta palesemente di una truffa: a danno dei lavoratori e a danno dello Stato, al quale vengono addossati costi che toccherebbe a LSG Sky Chefs e agli altri consorzi pagare – spiega l’avvocato Alessandro Villari -. Il danno per i lavoratori è gravissimo, avendo perso l’unico mezzo di sostentamento, con il rischio ulteriore di non poter rinnovare il permesso di soggiorno in assenza di un nuovo contratto di lavoro. Per questo motivo, di pari passo con l’azione per l’esecuzione della sentenza del Tribunale di Milano, verrà predisposta una denuncia per truffa a carico di tutte le società coinvolte nella vicenda». «Siamo in ballo dallo scorso novembre – spiega Giuseppe Tampanella dei Cub -. Se riusciamo a spezzare questo anello della catena potremmo scoperchiare un calderone di illegalità o semi legalità fin troppo diffuso a Malpensa». Ai lavoratori licenziati è stata manifestata la solidarietà di Rifondazione Comunista.

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Pubblicato il 16 Aprile 2009
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