Per Malpensa troppe camere ma pochi turisti. E una camera su due resta vuota
Lo spiega all'assemblea di Federalberghi Varese il presidente Guido Brovelli: «Nell'“Area Malpensa” si sommano drammaticamente gli effetti negativi della crisi globale con quelli dell'aeroporto»
Troppe camere in più per un mercato che vede crollare la domanda: e così la Varese Turistica si ritrova a piedi, dopo avere sognato di partire in bici col mondiale e di decollare con Malpensa.
A dirlo non sono “i soliti disfattisti”, ma il presidente di Federalberghi Varese, Guido Brovelli, all’assemblea annuale dell’associazione che proprio quest’anno compie novant’anni.
E che ha deciso, simbolicamente, di riunirsi proprio “al centro del problema”: l’aeroporto di Malpensa. «L’aumento del 60% nell’offerta di camere, che si è determinata sulla scia del Mondiale di Ciclismo, si scontra ora con una forte contrazione della domanda e, di conseguenza, con un tasso di occupazione diminuito del 15% nell’ultimo anno- ha spiegato Brovelli – Trend che si è ulteriormente aggravato nel corso di questo primo quadrimestre, portando il tasso di occupazione ad un livello di poco superiore al 50%.».
Una diminuzione causata innanzitutto dalla crisi, e dal gap iniziale tra offerta e domanda: ma certamente peggiorata dalla situazione logistica tra Varese e Malpensa: « La totale mancanza di servizi di collegamento, sia stradale sia ferroviario, tra la città capoluogo e l’aeroporto di Malpensa assume ora ancor maggior rilevanza e genera imbarazzo – ha sottolineato Brovelli – E a questo si aggiunge la grave inadeguatezza nei collegamenti autostradali, che penalizza la città e rischia di estrometterla dai benefici di Expo 2015».
Il risultato è un mix micidiale tra crisi economica ed effetto de-hubbing: «Nell’“Area Malpensa” si sommano drammaticamente gli effetti negativi della crisi globale con quelli dell’aeroporto – conferma infatti Brovelli – Alla fine del secolo scorso l’area presentava 23 strutture ricettive con un’offerta di 1.004 posti letto. Le premesse del grande “Hub Internazionale Malpensa 2000” con i suoi 30 milioni di passeggeri ipotizzati hanno portato, a fine 2008, il numero delle strutture a 32 con 3.376 posti letto, mentre per fine 2010 si prevedono altri 1.500 posti letto nella zona. Per contro, a partire dal mese di marzo 2008, abbiamo assistito al trasferimento di circa 170 voli giornalieri di Alitalia a Fiumicino: l’inizio del “de-hubbing” di Malpensa, che ha portato a una diminuzione del 48% in termini di passeggeri trasportati. Gli effetti negativi non si sono fatti attendere: l’occupazione camere nel 2008 è scesa del 25,9% passando dal 76,3 del 2007 al 56,5 del 2008».
Il che significa, in soldoni, che a fine 2008 per ogni camera d’albergo occupata ce n’era una vuota. «E i dati relativi al primo quadrimestre 2009 sono ancora più allarmanti – rincara Brovelli – l’occupazione è scesa ulteriormente del 10,2%. E con una politica di contenimento dei prezzi e di orferte speciali il reddito prodotto è diminuito ancora di più: del 23,4%, al limite della sopravvivenza aziendale. Una situazione che mette a rischio i lavoratori del settore e, per la prima volta, ha portato alcune aziende a ricorrere alla cassa integrazione speciale».
I tentativi di recupero di una situazione così preoccupante, da parte dell’associazione, puntano sul miglioramento qualitativo dell’offerta ricettiva. «In accordo con SEA, si è elaborato un progetto globale che prevede già da ora di poter fruire in hotel del sistema informativo aeroportuale, mentre si sta perfezionando il servizio di web check-in per gli ospiti direttamente in hotel, il servizio di etichettatura e trasporto bagagli da stiva con apposita navetta, e la disponibilità di corsie preferenziali per accedere ai servizi aeroportuali». In attesa del ritorno dei turisti dell’hub.
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