Cna: “Ancora troppe tasse, il Governo affronti la questione fiscale”
Per gli imprenditori, già oppressi dalla crisi, si avvicina l'acconto di novembre. Le preoccupazioni dell'associazione varesina
È passato oltre un anno da quando la crisi è entrata prepotentemente nel tessuto economico del nostro Paese, in non pochi casi modificando radicalmente la quotidianità e le prospettive di futuro delle imprese.
In uno scenario nel quale il tempo che passa acuisce i problemi, siano essi la mancanza di ordini, le difficoltà di mantenimento dei collaboratori o i problemi finanziari, la questione fiscale è rimasta paradossalmente sullo sfondo, pur rappresentando, se ben utilizzata , una delle possibili leve per la resistenza oggi e per la ripresa domani.
In effetti, in questi lunghi duri undici mesi ben poco è stato fatto su questo versante per le imprese : una riduzione ridicola dell’acconto di fine 2008, l’introduzione dell’IVA per cassa con modalità di applicazione selettive e onerose ( tanto è vero che pochissime aziende intendono usufruirne ), rinvii su rinvii – con conseguente applicazione dei vecchi parametri – per la revisione degli studi di settore, incentivi per gli investimenti validi solo per quelle poche imprese che riusciranno a fare utili nel 2009. E, anche se sotto traccia, incremento della tassazione locale, con il corollario dello scudo fiscale, ennesimo condono mascherato, offerto per di più a prezzo di saldo.
A Vergiate il Ministro Tremonti, parlando degli studi di settore, spiegò che non è interesse dell’Amministrazione Finanziaria sgozzare la pecora ma tosarla. A parte l’assimilazione non propriamente felice del sistema delle imprese a un gregge, siamo in una fase nella quale anche tosando si richia di scuoiare.
Un anno fa, di questi tempi, avevamo avanzato la proposta di una moratoria dell’applicazione degli studi di settore per il biennio 2009-2010.
Una proposta non solo nostra, che ha ottenuto una serie imponente di valutazioni favorevoli – basti ricordare, dalle nostre parti, l’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio della Provincia di Varese e l’autorevole pronunciamento dell’Assessore Cattaneo – che per altro non sono servite a far fare un solo passo avanti al provvedimento.
Nel frattempo le imprese hanno potuto rendersi conto che l’applicazione degli studi ai loro conti del 2008 portava a richieste di incrementi di fatturato contrastanti in modo stridente con il loro andamento economico – in CNA a Varese le congruità sono scese dal 70 al 55 % – e hanno dovuto scegliere se adeguarsi o rischiare.
E ora, in previsione dell’acconto di novembre, si troveranno di nuovo di fronte al dilemma se ricalcolarlo nel rispetto dell’andamento dei loro conti economici e rischiare le sanzioni conseguenti o se invece effettuarlo con i parametri dettati dall’applicazione degli studi di settore, indebitandosi ulteriormente a fronte di redditi non conseguiti.
E’ una situazione per molti aspetti paradossale, che attiene questioni serie alle quali un Governo che ha fatto della riduzione delle tasse il suo marchio di fabbrica dovrebbe prestare maggiore attenzione : perché, in una fase come quella attuale, non diminuire il peso delle imposte ma anche solo mantenerle invariate significa aumentarle.
Per questi motivi, come Associazione, ribadiamo la nostra richiesta di concedere alle imprese una moratoria di due anni nell’applicazione deli studi di settore, consentendo, tanto per cominciare, la possibilità di ricalcolare l’acconto di Novembre sulla base all’effettivo andamento economico aziendale e non dei risultati poco attendibili derivanti dall’applicazione di parametri di riferimento elaborati e validi in altre epoche economiche.
E’ un invito che, come C.N.A. di Varese, rivolgiamo nuovamente ai parlamentari della Provincia affinchè facciano finalmente valere in Parlamento le giuste ragioni di una categoria che ha sempre dato senza chiedere, che vorrebbe continuare a svolgere con dignità la sua parte nell’economia e nella società, ma che oggi è allo stremo della sua capacità di resistenza ed ha un bisogno estremo di sostegno.
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