Ora anche Legnano vuole il suo interramento

Oggi la conferenza dei servizi in Regione sul terzo binario FS, questione fattasi rovente. Da Palazzo Malinverni la proposta di interrare il terzo binario e lasciare la stazione dove si trova



La questione del terzo binario FS è più che mai quella del momento a Legnano, dove i progetti di ampliamento del sedime ferroviario e di limitazione del danno acustico sono stati accolti con un misto di sdegno e perplessità. La ferrovia corre in pratica in mezzo alla città, lo spazio è poco e gli abbattimenti di interi caseggiati indispensabili, secondo i progetti. Ora Legnano vorrebbe un terzo binario interrato, anziché a raso e in parallelo con i due esistenti sulla linea Rho-Gallarate (che è anche, lo ricordiamo, quella internazionale del Sempione). Oggi, giovedì 8 ottobre, si riunisce al Pirellone a Milano la conferenza dei servizi che vede rappresentati tutti i soggetti coinvolti (una sessantina, fra Regione, Comuni, aziende) nel progetto del terzo binario. Un progetto che originariamente prevedeva quattro binari fino a Gallarate, poi viste le costrizioni urbanistiche insorte nei decenni attorno ad una linea il cui tracciato in gran parte è ancora quello originario dell’Ottocento, da Vanzago in su ci si è dovuti contentare di tre binari. Al sindaco Lorenzo Vitali spetterà di far presenti le non trascurabili obiezioni dei suoi concittadini ed elettori, espresse in infuocate assembleee nelle scorse settimane.

Il terzo binario dovrebbe sorgere sul lato ovest (a sinistra, salendo da Milano): incontrerebbe una fitta cortina edilizia proprio oltre la stazione verso nord, nonché ben tre trafficati sottopassi stradali. Strade verrebbero ristrette (vie Volturno e Boccaccio), case abbattute, altre si troverebbero i treni praticamente in camera da letto: per ovviare si sono proposte barriere fonoassorbenti alte fino a 7-8 metri, quindi tali da togliere definitivamente il sole a queste abitazioni. Senza contare la riduzione (limitata) di parcheggi disponibili in zona e la necessità di spostare tutte le tubazioni sotterranee sul lato interessato. In altre parole: un macello, un progetto marcato da "insostenibilità territoriale". È quanto denuncia il Comune di Legnano nelle sue considerazioni inviate al Ministero dei Trasporti e Infrastrutture. Le barriere fonoassorbenti sono giudicate delle pure brutture che amplieranno a dismisura l’effetto di cesura in due della città. Il Comune chiede quindi a RFI di considerare "l’interramento della linea ferroviaria nella tratta più problematica comprendente i comuni di Vanzago e Legnano". Qualora ciò non fosse possibile, e cioè quasi sicuramente, visto che si vuole realizzare il terzo binario FS entro la scadenza Expo del 2015, in subordine si chiede di mantenere una larghezza adeguata per via Volturno (almeno 4 metri e mezzo) e di riprogettare le barriere antirumore secondo un’ottica che rispetti le caratteristiche del paesaggio urbano e le esigenze ambientali. Alcune di queste barriere sono talmente alte da superare i tetti delle case all’angolo di via San Bernardino, “di fatto imponendo la necessità di riqualificazione urbanistica dell’isolato con soluzioni da condividere con i privati interessati”.

In più si chiede di non attendere il progetto esecutivo per definire il sistema anti-vibrazioni che, dato il maggiore atteso passaggio di convogli, dovrà tutelare le strutture vicine da ogni danno nel tempo. Ma non finisce qui: c’è da rifare totalmente, dice Palazzo Malinverni, e non solo da allungare come nel progetto, il vecchio sottopasso di via San Bernardino. Legnano chiede anche un nuovo sottopasso pedonale in via Rosolino Pilo al posto di quello, che verrebbe soppresso nella progettazione corrente, tra via Volturno e via Vittoria. Quanto infine alla nuova “fermata” che nel progetto corrente è più a sud di quella esistente, il Comune intende mantenerla “in prossimità dell’attuale”, con tanto di capolinea per il bus nelle immediate vicinanze e qualche decina di posti auto in più.

Sulla questione degli espropri, si raccomanda “un’attenta e accurata gestione della procedura espropriativa, anche attraverso accordi bonari con i diretti interessati, in modo che la compensazione risulti congrua”; e “pari attenzione deve essere riservata a coloro che subiscono una permanente diminuzione di valore per la perdita o ridotta possibilità di esercizio del diritto di proprietà”. In ogni caso bisognerà poi reinvestire nel miglioramento dell’opera per la città.

Palazzo Malinverni, infine, rileva le difformità fra il progetto preliminare e il definitivo. Ad esempio, inizialmente si pensava di inserire il terzo binario fra gli altri due, riposizionandoli, poi per garantire la continuità del traffico si è deciso di costruirlo sul lato ovest. La valutazione di impatt ambientale, e più in generale l’inserimento dell’infrastruttura nell’ambito urbano, restano aspetti critici e in parte irrisolti.


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Pubblicato il 08 Ottobre 2009
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