San Fermo dà battaglia: “Non uccidete la scuola”

Oltre 250 persone hanno partecipato all'assemblea pubblica contro la chiusura della scuola elementare IV Novembre. L'associazione genitori si è mobilitata e farà sentire la sua voce in consiglio comunale. «Abbiamo tutti i parametri richiesti dalla Gelmini»

Oltre 250 persone hanno partecipato all'assemblea pubblica per salvare la scuola IV Nobembre di San FermoL’auditorium della scuola media "Don Rimoldi" di San Fermo era gremito di persone, almeno 250 tra genitori, alunni, ex alunni, nonni, insegnanti, politici (pochi), consiglieri di circoscrizione, dirigenti scolastici e preti. Un’intera comunità si è riunita in assemblea perché determinata a non perdere la propria scuola elementare – la “IV Novembre” –  e a non far cancellare trent’anni di storia del quartiere. La serata è stata una lezione di democrazia: i rappresentanti dell’associazione genitori e del consiglio di istituto (Massimo Torresin, Gianluca Costantini e Sara Vanetti) hanno introdotto l’argomento, lasciando poi che fossero i presenti a fare proposte e riflessioni, annotate puntualmente su un cartellone.
I cittadini di questo quartiere si sono sentiti offesi non solo dal contenuto del provvedimento della giunta Fontana, ma anche per il metodo con cui è stato preso. «È inaccettabile il fatto che questa decisione non sia stata condivisa con nessuno» ha detto Massimo Torresin, dell’associazione genitori. «È stata una scelta avventata, dell’ultimo momento. Ma la "IV Novembre" è inattaccabile, perché ha tutti i dati oggettivi a suo favore».
I dati oggettivi di cui parla Sara Vanetti sono i parametri richiesti dal ministro Gelmini alle scuole elementari  per poter “rimanere in vita”. Questa è, dunque, la prima domanda a cui l’assessore Patrizia Tomassini e la giunta Fontana dovranno dare una risposta: perché hanno deciso di sacrificare la scuola elementare di San Fermo, nonostante sia una delle poche ad avere tutti i numeri in regola?
«Non ci prendano per scemi – ha dichiarato Luisa Oprandi, insegnante e consigliere provinciale del Pd – Stanno cercando una scuola libera e qualcuno vuole smantellare la "IV Novembre" per metterci qualcosa d’altro». L’ipotesi ha trovato subito una conferma tra il pubblico: «La scuola Manfredini», ha urlato un uomo dalla platea.
Nel piano elaborato dall’assessore Tomassini, la "IV Novembre" viene smembrata: una parte degli alunni andrà alla media Don Rimoldi e una parte alla «agonizzante» "De Amicis", scuola elementare di Valle Olona. «La "De Amicis" non è a norma e se trasferiscono i bambini in quella scuola faccio un esposto in procura» ha detto un nonno piuttosto arrabbiato. Mentre molti genitori nei loro interventi hanno manifestato preoccupazione per la «notevole promiscuità che si verrebbe a creare tra bambini piccoli e ragazzi della scuola media».
In questa vicenda, però, c’è in gioco soprattutto il valore pedagogico. La scuola "IV Novembre" è un modello, un caso studiato nelle università. Ci sono insegnanti che hanno scelto di venire a vivere a San Fermo per poter realizzare «un sogno» professionale. Ci sono maestre che qui hanno iniziato giovanissime e ora fanno le ricercatrici in università. Ci sono genitori che molti anni fa sono stati allievi della IV Novembre e che oggi sono ritornati nel quartiere per fare studiare in quella scuola i propri figli. Anche di questo vorranno discutere insegnanti e genitori con amministratori comunali e istituzioni scolastiche. «Ho cercato l’assessore Tomassini venerdì scorso – ha raccontato la maestra Fiorenza Taglione –. Sono passati cinque giorni e ancora non si è fatta sentire».
Nei piani alti qualcuno si è accorto che questa situazione puo’ diventare esplosiva e così già oggi, martedì 13 ottobre, insegnanti e preside della "IV Novembre" incontreranno il provveditore Claudio Merletti per discutere della situazione. L’associazione genitori ha già raccolto oltre 250 firme e messo in fila una serie di iniziative, compresa un’occupazione pacifica della scuola («che non intralci il normale svolgimento delle lezioni»), annunciando una «battaglia civile» in consiglio comunale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Ottobre 2009
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