Tettamanzi a Malpensa: “Padre Nostro preghiera del lavoro”
L'Arcivescovo della Diocesi di Milano ha incontrato i lavoratori dello scalo e ha detto: "Non bisogna lasciare indietro nessuno, la solidarietà deve sempre essere in prima fila". Sui minareti: "Libertà religiosa"
Visita pastorale del cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi all’aeroporto di Malpensa. Accompagnato dal presidente di Sea Giuseppe Bonomi e dai vertici della società di gestione dell’aeroporto, oltre ad un imponente dispiegamento di forze dell’ordine, Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato, Polaria e Polizia Locale, il cardinale della Diocesi di Milano ha visitato i settori dello scalo della brughiera dove solitamente i passeggeri non transitano: ha potuto osservare l’area di smistamento bagagli ed è andato con il resto dell’ampio seguito fino al cantiere del terzo terzo dell’aeroporto. In ogni punto della visita si è fermato e ha scambiato una parola con i lavoratori, informandosi sulla loro provenienza e sulla condizione di ognuno. Al termine della visita, dopo aver risposto ad alcune domande raccolte nei giorni precedenti alla visita dal cappellano di Malpensa don Ruggero Camagni, ha officiato la Messa coadiuvato tra gli altri da Monsignor Luigi Stucchi e don Franco Gallivanone e accompagnato dal coro composto da 113 voci diretto dal maestro Luigi Zuccotti e con il maestro Roberto Cassani all’organo.
Il cardinal Tettamanzi ha puntato il dito sul bisogno di solidarietà che anche in un grande
aeroporto come Malpensa deve esserci: «Non bisogna dimenticare nessuno – ha detto l’Alto Prelato -. Il giro nel cantiere sempre in movimento mi ha fatto capire che c’è fiducia nel futuro, grazie all’impegno di chi lavora tutti i giorni: la speranza è che chi ha perso il lavoro lo possa ritrovare presto e chi ha un lavoro precario possa stabilizzarsi». Il Cardinale ha parlato anche dei minareti e del recente sondaggio svizzero: «Ci vuole saggezza e realismo – ha detto Tettamanzi -. Al di là delle emozioni e delle suggestioni, serve una riflessione seria, pacata e responsabile. Mi associo al richiamo alla libertà religiosa dei vescovi svizzeri, che deve essere un valore dappertutto. Il problema vero è che bisogna affrontare una sfida sociale, culturale ed educativa forte per imparare a convivere col diverso: si va verso un mondo sempre più globalizzato, aprirsi è indispensabile in una società multietnica».

Tettamanzi ha come detto risposto alle domande di alcuni lavoratori di Malpensa e ha ringraziato il presidente di Sea Bonomi, visibilmente emozionato, per l’ospitalità: «Mando un abbraccio collettivo a tutti i lavoratori e ai passeggeri – ha detto ancora Tettamanzi -. Io ho un legame forte
con il mondo del lavoro, fin dai sette anni che ho passato a Genova: allora dicevo che il passo del Padre Nostro “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” può e deve tradursi oggi in “Dacci oggi il nostro lavoro quotidiano”. Oltre a ciò bisogna ogni giorno rispondere alla domanda “Che ne è dell’uomo se l’uomo non ha lavoro?”: ne va della dignità di ognuno, bisogna intervenire con forza e decisione, responsabilità e coraggio. Al giorno d’oggi credo sia più "cristiano" un giorno di lavoro svolto con impegno piuttosto che una Messa in più, serve conciliare gli orari di lavoro e di preghiera. La Diocesi di Milano ha dato vita lo scorso anno ad un Fondo di solidarietà per le famiglie e il lavoro: siamo già arrivati a sei milioni di euro che possono aiutare molte persone. A guadagnarci sono i volontari in prima persona che si arricchiscono dando una mano concreta, aiutando senza umiliare. Credo sia necessario un ritorno alla sobrietà e alla misura».

Al termine della celebrazione il Cardinal Tettamanzi ha chiesto al cappellano dell’aeroporto di essere invitato nuovamente a Malpensa, scusandosi per il tono famigliare che è solito usare. Inoltre ha donato a Malpensa un’acquasantiera che verrà lasciata nella sala di culto del Terminal 1 e una lettera di Natale dal titolo "Ho anch’io qualcosa da dirti Signore", recentemente scritta dallo stesso Arcivescovo di Milano.
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