400 licenziamenti, sciopero alla Italtel
Il gruppo annuncia tagli in varie sedi italiane, tra cui quella di Settimo. Giovedì 14 gennaio sciopero di due ore
Sciopero di due ore, giovedì 14 gennaio, alla Italtel di Castelletto di Settimo Milanese contro l’annuncio di 400 esuberi.
La vertenza tra lavoratori è azienda è aperta da mesi: il primo annuncio di tagli risale infatti al marzo del 2009, quando Italtel presentando il piano industriale 2009-2010 indicò la necessità di procedere con 450 licenziamenti. Dopo due mesi di scioperi e mobilitazioni, l’azienda è stata costretta a fare marcia indietro: contratto di solidarietà e mobilità volontaria di accompagnamento alla pensione al posto dei licenziamenti. L’8 gennaio scorso l’azienda presenta un nuovo piano: 400 esuberi e il taglio di una delle sedi italiane. «Probabilmente Roma o Palermo» spiegano dalla Fiom-Cgil di Milano. «Le motivazioni addotte dall’impresa per giustificare l’annunciato, pesante taglio occupazionale nel nostro Paese sono principalmente la diminuzione del fatturato proveniente da Telecom e il fatto che banche e azionisti non hanno ancora deciso il rifinanziamento del debito della società. Per noi – continua la Fiom – una cosa è certa: le scelte sbagliate o le mancate scelte di Telecom, piuttosto che di Italtel e il silenzio del governo che si disinteressa delle sorti della più importante azienda del settore delle telecomunicazioni, non possono essere pagate dai lavoratori». Giovedì 14 gennaio in tutte le sedi del gruppo sono previste le prime due delle otto ore di sciopero proclamate contro il piano industriale e i tagli.
La vertenza tra lavoratori è azienda è aperta da mesi: il primo annuncio di tagli risale infatti al marzo del 2009, quando Italtel presentando il piano industriale 2009-2010 indicò la necessità di procedere con 450 licenziamenti. Dopo due mesi di scioperi e mobilitazioni, l’azienda è stata costretta a fare marcia indietro: contratto di solidarietà e mobilità volontaria di accompagnamento alla pensione al posto dei licenziamenti. L’8 gennaio scorso l’azienda presenta un nuovo piano: 400 esuberi e il taglio di una delle sedi italiane. «Probabilmente Roma o Palermo» spiegano dalla Fiom-Cgil di Milano. «Le motivazioni addotte dall’impresa per giustificare l’annunciato, pesante taglio occupazionale nel nostro Paese sono principalmente la diminuzione del fatturato proveniente da Telecom e il fatto che banche e azionisti non hanno ancora deciso il rifinanziamento del debito della società. Per noi – continua la Fiom – una cosa è certa: le scelte sbagliate o le mancate scelte di Telecom, piuttosto che di Italtel e il silenzio del governo che si disinteressa delle sorti della più importante azienda del settore delle telecomunicazioni, non possono essere pagate dai lavoratori». Giovedì 14 gennaio in tutte le sedi del gruppo sono previste le prime due delle otto ore di sciopero proclamate contro il piano industriale e i tagli.
I lavoratori della sede di Settimo hanno incassato anche il sostegno, non solo formale, del sindaco di Rho Roberto Zucchetti: «Mi associo alle forti preoccupazioni che vengono espresse dai lavoratori per gli effetti che la crisi potrebbe avere sull’occupazione dell’azienda ed in particolare dell’unità di Settimo Milanese. Credo che la sollecitazione che essi fanno al Governo di promuovere gli investimenti sulla banda larga sia assolutamente da appoggiare: dalla crisi si esce mettendo il nostro Paese nelle condizioni di competere meglio a livello internazionale. Segnalo a questo proposito che la città di Rho, attraverso l’Assessore Pagani, sta promuovendo un vasto programma di sviluppo della rete, proprio a partire dalla valorizzazione della rete di canaline di proprietà comunale. Mi auguro che, con il sostegno di tutti, un’azienda che porta la tecnologia italiana nel mondo possa superare questo difficile momento»
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