Pronte le case di proprietà comunale

A dieci anni dall'avvio del progetto concluso l'intervento a San Macario: 37 alloggi per anziani, giovani coppie, famiglie e per i "vicini solidali"

Con la consegna degli alloggi di Edilizia Residenziale pubblica di San Macario si chiude una pagina di storia samaratese: un intervento iniziato dalla giunta Chilin, proseguito con l’amministrazione guidata da Ermanno Venco, terminata da quella di centrosinistra di Vittorio Solanti. 37 alloggi che portano ad una crescita del 50% del patrimonio residenziale pubblico samaratese. «Una vera boccata d’ossigeno per il problema casa che esiste sul nostro territorio», commenta l’assessore ai servizi sociali Paolo Bossi, che ha seguito l’assegnazione delle case agli inquilini.
 
Quello di ieri è l’ultimo passaggio di una vicenda travagliata, iniziata dieci e passa anni fa, con l’amministrazione leghista di Renato Chilin che cadde proprio sulla scelta di realizzazione dei nuovi alloggi “popolari”. L’intervento fu ripreso dalla maggioranza di centrodestra di Ermanno Venco, che la lasciò poi “in eredità” a quella di Vittorio Solanti. «Quest’opera è uno dei più importanti risultati ottenuti dall’amministrazione uscente» ha commentato l’assessore ai lavori pubblici Michele Carlucci, che ha seguito l’iter del cantiere, aperto nel dicembre del 2005 e chiuso quattro anni più tardi, dopo aver superato anche il fallimento dell’impresa appaltatrice, incidente di percorso che bloccò l’intervento per mesi. Finanziato con il contratto di quartiere di Regione Lombardia, l’intervento ha avuto un costo di 3 milioni e 500 mila euro, con un risparmio di circa 200mila euro rispetto al finanziamento, che ha permesso di realizzare, in aggiunta, anche un’area verde con spazi di ritrovo sociale per gli inquilini.
 
«L’assegnazione – continua Bossi – ha previsto cinque diverse categorie: anziani, giovani coppie, singoli, famiglie e i “pattisti” che hanno aderito a “Ti tutelo io”», il progetto di assisenza di vicinato per cui Samarate ha ottenuto anche importanti riconoscimenti. I sei “pattisti”, selezionati con una attenta valutazione, si mettono a disposizione per fornire alcune ore di volontariato settimanale nell’assistenza ai vicini di casa non autosufficienti (anziani o disabili) o che comunque hanno bisogno di attenzioni particolari. Il servizio di vicinato solidale è riconosciuto con una categoria a parte per l’accesso alle case, anche dalla Regione Lombardia che ha autorizzato il progetto sperimentale. Nel complesso, la procedura di assegnazione ha cercato di crere una presenza articolata, per evitare di riproporre il modello delle vecchie case popolari, dove venivano spesso concentrati individui e famiglie in situazioni problematiche. E sempre per garantire la coesione sociale all’interno del nuovo complesso residenziale è previsto anche l’intervento del “custode sociale”: un operatore di una cooperativa che accompagnerà l’ingresso dei nuovi inquilini a partire dall’inizi di marzo e che poi seguirà la vita sociale del quartiere, ponendosi come mediatore. 
Il progetto del custode sociale comunque è già attivo negli altri edifici residenziali di proprietà comunale, che oggi sono diventati in totale 120. «Questi 37 alloggi hanno un grande impatto sul problema della casa a Samarate» assicura Bossi.Soddisfazione dunque per un progetto complesso. «Ringrazio – ha detto il sindaco Vittorio Solanti – anche le amministrazioni precedenti, che hanno avviato il progetto: questo intervento rappresenta un pregio per la città, ma  ha anche richiesto grande attenzione all’amministrazione in questi anni».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Febbraio 2010
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