Festa della donna, tra virtuale e reale

Su Facebook oggi piovono mimose. Donne pronte a far festa in tutti i modi: solite pizzate e momenti di riflessione. Ma un velo di malinconia attarversa la ricorrenza: colpa di decreti salvaliste ed eccesso di escort

“Ah già, non mi ricordavo più. Ma viva le donne, che anche se stanno sempre nei casini sanno sorridere e amare e fare un sacco di cose senza rompere le palle”. Mariangela
“Oggi la nostra festa ?….Ma la festa ce la fanno tutti i giorni !!” Bambi.
"Un Augurio a tutte le donne…un augurio che valga ogni giorno…Donne Liberatevi!" Don Andrea Gallo.
“365 volte grazie” Mario.
“Il grado di civiltà di un Paese si misura anche dal rispetto che questo stesso paese ha per le donne. Auguri a tutte” Luisa
“Auguri a tutte le creature piu complicate e belle del mondo! Auguri donne e questa sera si continua la campagna elettorale, vi aspettiamo alle 19. Castello di Somma Lombardo per l’iniziativa "Non solo l’8 Marzo..anche il 28 Marzo", con il vice-segretario nazionale PD Enrico Letta” Tommaso.

E via discorrendo di festa delle donne. Su Facebook oggi piovono mimose. E anche in questo caso il social network più famoso raccoglie tutte le voci della nostra società: ci sono i post delle ragazzine che fremono in attesa della festa di questa sera con amiche e uomini spogliarellisti. Donne più attempate che tirano le orecchie alle ragazzine invitandole a meditare, e, questa sera, a non trasformarsi in “uomini in gonnella” volgarotte e alticce.
Ma tolto qualche aperitivo e qualche augurio in famiglia la festa è decisamente sotto tono. Colpa di decreti e decretini salvaliste.
Anche sui giornali l’evento è relegato a margine. Ma un momento di riflessione ce lo consegna l’articolo di Maria Laura Rodotà sul Corriere: “Rivoglio le odiate mimose”." Recuperarle ed esibirle  (le mimose) sarebbe una civile riappropriazione dello spazio pubblico. Di quello reale, non virtuale: in troppe passiamo il tempo a discuterne online, a firmare tra noi appelli sui social networks con titoli come «Io non considero normale». Sarebbe ora di mostrare l’anormalità a chi passa per strada, a chi lavora con noi, a chi pensa che un Paese di donne annientate sia normalissimo e soprattutto comodo; per i maschi. Sarebbe ora di provarci e di contarci; non perché siamo donne, perché essendo donne ci siamo stufate".
Anche la nostra provincia si mobilita con mostre e musica e poesia. Tutto va bene, feste con spogliarelli, pizze o convegni per fermarsi a riflettere e recuperare un minimo di orgoglio. Quell’orgoglio che abbiamo perso per strada, tra feste in ville, massaggi ed escort.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Marzo 2010
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