Quelle signore insospettabili che si vendono con il passaparola

Le prostitute in città reclutano i propri clienti soprattutto attraverso conoscenze. Una sorta di catena di sant'antonio del sesso per arrotondare il loro stipendio

Se il fenomeno della prostituzione è in apparenza inarrestabile e in continua ascesa, c’è da riscontrare che, nel tempo, questo mercato si è modificato e ha cambiato le sue regole. A Varese le prostitute straniere per la strada sono una rarità, anche grazie al lavoro di prevenzione fatto dalle forze dell’ordine. La maggior parte sono regolari secondo la legge sull’immigrazione o con permesso turistico ospitate ufficialmente a casa di amici. 
Ma oggi  le prostitute reclutano i propri clienti soprattutto attraverso il passaparola. 
«Questa modalità di prostituzione non usa alcun mezzo pubblicitario: niente inserzioni sui giornali o similari. Viaggia tramite credenziali: il nuovo cliente viene presentato alla prostituta da una persona, già suo cliente, che ne offre garanzia di serietà e la prostituta deve trovare piacevole l’incontro con il nuovo cliente. Altrimenti, non seguiranno altri incontri. Ogni cosa avviene nella più totale segretezza e anonimato» dice Giovanni*.
In città ogni quartiere ne ha almeno una che svolge un’attività ufficiale di altro tipo e che "arrotonda" lo stipendio prostituendosi. Le donne che la praticano, dunque, sono  insospettabili perché non la svolgono a tempo pieno. Signore di buona famiglia che durante la giornata sono impegnate in un lavoro regolarmente retribuito completamente separato.

Lola *  racconta com’è entrata in questo giro. «Lavoro in un pub la sera per pagarmi gli studi. Uno dei clienti del pub, un uomo sui 35 anni mi ha chiesto di parlami per qualche minuto in privato che doveva farmi una proposta. Io ho acconsentito perché era presto e non c’era nessuno nel locale. Lui mi ha proposto se ero disposta a fare sesso con lui in cambio di soldi. Mi ha offerto 600 euro per un rapporto orale. Quei soldi mi facevano comodo e poi era proprio un bell’uomo».

«I clienti non vengono affatto reclutati dal giro di persone conosciute in ambito lavorativo» dice Leandro, un altro frequentatore di questo giro «solo se la prostituta lo riterrà necessario, potrà passare il proprio cliente ad una sua collega o amica ma sempre dopo aver testato le credenziali del cliente».

Perché lo fanno? Le motivazioni che spingono alcune donne ad entrare in questo giro sono le più varie: perché attratte dal guadagno facile, oppure perché il marito è da tempo impotente, per vizio o perché non si arriva con i soldi a fine mese.

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* Si tratta di nomi di fantasia perché i clienti e le prostitute hanno richiesto l’anonimato.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Marzo 2010
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