Cancellate le tariffe postali agevolate, no profit in ginocchio

Un decreto del Governo sospende il contributo a chi utilizza le Poste per spedire i giornali. Aumenti anche del 500 per cento. Piccoli editori in rivolta

Un colpo di mano. Loro non lo definiscono in altro modo o con giri di parole. Il Governo un mattino si è alzato, ha aperto il portafogli, ha fatto due conti e ha visto che soldi per sostenere chi spedisce i giornali usando le Poste non ce n’erano più. E quindi ecco il decreto: sospese le agevolazioni postali per l’editoria. I piccoli editori, ma anche alcuni di quelli “grandi”, sono furiosi. C’è chi ha preso carta e penna e ha scritto ai ministri autori del “golpe”, chi ha cominciato una raccolta di firme on line e chi ha aperto gruppi su Facebook.
Ecco che cosa è accaduto. Dal primo aprile spedire il giornale anche quello delle associazioni “no profit” tramite le Poste costerà anche il 500% (cinquecento per cento) in più. A sancirlo è il decreto interministeriale del 30 marzo 2010 pubblicato a tempo di record sulla Gazzetta Ufficiale del 31 marzo 2010 n. 75. Due piccoli articoli, poche righe, in cui si dice che: "Le tariffe agevolate per le spedizioni di prodotti editoriali di cui ai decreti ministeriali del 13 novembre 2002 e del 1° febbraio 2005, continuano ad applicarsi fino al 31 marzo 2010". E dopo? Dopo quella data, fine degli sconti. Per tutti. Vale a dire per il Sole 24 Ore come per il giornalino prodotto dall’ Sos Malnate. Il decreto è firmato dal ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, in accordo col ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti.

Un provvedimento che mette in seria difficoltà tanti, tantissimi piccoli editori
. In prima linea quelli delle associazioni di volontariato che da sempre dispongono di poco denaro e quello che hanno vorrebbero utilizzarlo per scopi nobili e non per saldare i conti con le Poste.
"E’ una cosa folle – commenta Maurizio Ampollini, direttore del Cesvov – Un fulmine a ciel sereno che ci ha trovato del tutto impreparati. Faccio solo il mio esempio: l’altro giorno abbiamo portato il giornalino dell’Sos Malnate in posta, 4000 copie che stampiamo due volte l’anno. Ebbene la tariffa era aumentata del 130 per cento: siamo passati da 0,12 centesimi a copia a 0,28 centesimi. Abbiamo preso il nostro giornale e ce ne siamo tornati a casa. Nel giornalino si parlava della campagna per la raccolta di fondi con il 5 per mille. Ora dovremo trovare sistemi diversi per far arrivare alle famiglie il nostro informatore. Ci rivolgeremo a qualche casa di spedizioni. Ci costerà senz’altro più di prima ma non quanto ci chiedono le Poste".

Dello stesso avviso Davide Boldrini direttore dell’Eco del Varesotto: "Sono anni che si parla di una modifica delle tariffe agevolate ma la sospensione davvero non ce l’aspettavamo. Il Governo ha messo a disposizione 200 milioni di euro l’anno per sostenere la spedizione di giornali, con la nuova Finanziaria la cifra è scesa a 50 milioni. A marzo i soldi sono finiti e il Governo ha approvato questo decreto in un batter d’occhio. Noi non abbiamo avuto il tempo di prendere alcun provvedimento. Per molti piccoli editori sarà la fine. Spese di spedizione così alte sono insostenibili. Dalla nostra abbiamo l’Uspi, l’unione Stampa Periodica Italiana, che si è mobilitata".

"L’USPI – si legge sul sito dell’Unione – si augura che in tempi brevissimi venga abrogato questo decreto e si torni alle agevolazioni postali. Non è possibile che gli editori che hanno già venduto gli abbonamenti annuali da mesi si trovino da un giorno all’altro, e senza preavviso, nella condizione di dover fronteggiare un aumento del 120% delle tariffe".
Dello stesso avviso  l’associazione che raccoglie la stampa periodica specializzata, l’Anes.

A testimonianza del fatto che l’intero settore è sul piede di guerra anche l’appello on line lanciato dal settimanale Vita: in pochi giorni è stato raccolto un numero altissimo di adesioni.

E’ scesa in campo anche Letizia Gonzales, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia: "Il decreto che sospende le tariffe postali agevolate per l’editoria con decorrenza immediata è una delle tappe che mira a una sola cosa: mettere in difficoltà la libera stampa e la libera imprenditoria, quasi che, in Italia, debba essere solo la televisione l’unica fonte di notizie del futuro. Non è solo il no profit a risentirne e a rischiare addirittura la sopravvivenza. E’ tutto il settore dell’informazione e dell’impresa della comunicazione a essere pesantemente colpito. Ricordo che la stampa tecnica è fonte di aggiornamento professionale per tanti professionisti e operatori in ogni settore dell’economia e che la libera stampa è costituzionalmente indispensabile per la democrazia. In un momento in cui, tra l’altro, gli investimenti pubblicitari sono drasticamente calati per tutti e sono enormemente sbilanciati a favore della televisione, è miope soffocare ancor più, con questo decreto, ogni possibilità di rilanciare il ruolo della carta stampata e dell’informazione".

Per concludere chiede un confronto immediato il presidente delle Acli. Andrea Olivero, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore: "Qualche esiguo margine di soluzione si può intravedere nel secondo e ultimo articolo del decreto. Con successivo decreto potranno essere determinate tariffe agevolate per i residui periodi dell’anno 2010, in caso di sopravvenuto accertamento di disponibilità finanziarie nell’ambito del bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri".
"Auspichiamo che venga immediatamente avviata la verifica di tali disponibilità finanziarie e che non venga quindi a decadere l’unico sostegno di cui gode l’editoria del terzo settore, uno tra i segmenti più importanti della comunicazione sociale del nostro Paese. A tal fine – conclude Olivero – chiediamo un confronto immediato". 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Aprile 2010
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