Basta alla sosta selvaggia in ospedale
A partire dal primo agosto nei presidi di Busto Arsizio e Saronno le auto irregolarmente parcheggiate saranno rimosse. Le spese saranno a carico del trasgressore
Ospedali, giro di vite sulla sosta selvaggia in ospedale. Come previsto dal regolamento sulla viabilità interna, le auto irregolarmente parcheggiate all’interno dei presidi di Busto Arsizio e Saronno
subiranno la rimozione forzata a partire dal primo di agosto.
Per quanto riguarda l’ospedale di Tradate, è in via di definizione un progetto analogo.
Per quanto riguarda l’ospedale di Tradate, è in via di definizione un progetto analogo.
L’iniziativa segue all’assegnazione della vigilanza del rispetto delle norme viabilistiche e di parcheggio all’interno dei tre presidi dell’Ao – dal lunedì al venerdì – alla Cooperativa Ulisse. Il personale della cooperativa è presente nelle tre strutture da un paio di mesi e finora si è occupato di collocare appositi avvisi sulle automobili mal parcheggiate e di segnalare ai conducenti delle auto che fanno ingresso e
circolano in ospedale i corretti percorsi.
Le vetture che saranno rimosse all’interno dell’ospedale di Busto Arsizio saranno trasportate nel deposito della ditta incaricata del servizio in via Calatafimi 50 a Gallarate e le spese saranno a carico dei trasgressori. Nel dettaglio: il diritto di chiamata, se il carro attrezzi arriva ma nel frattempo la vettura è stata rimossa dal proprietario, è pari a 48 euro. La rimozione e il trasporto al deposito sono pari a 96 euro, mentre il costo giornaliero per il deposito dell’auto è di 10 euro. Per le auto rimosse dall’ospedale di Saronno, il deposito individuato è in via Grieg 54. In questo caso, la convenzione stipulata con la ditta che si occuperà della rimozione prevede: 36 euro per il diritto di chiamata, 65 euro per la rimozione e il trasporto e 5 euro al giorno per il deposito.
Il provvedimento mira a sensibilizzare chi fa ingresso in ospedale con l’auto – dipendenti e utenti – a rispettare le regole in virtù di una maggiore attenzione nei confronti delle persone più “fragili”, impossibilitate a spostarsi a piedi, e al fine di non intralciare lo svolgimento di alcune attività tipiche dell’ospedale, come, ad esempio, il transito delle ambulanze oppure i lavori in corso per il potenziamento strutturale delle sedi ospedaliere.
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