Ramadan in carcere, il mese sacro si chiude con una festa
Ogni anno il ministero dispone che anche negli istituti penitenziari ci sia un'attenzione particolare per i fedeli musulmani. Ai Miogni venerdì ci sarà un pranzo a chiusura del periodo di digiuno
Un’attenzione particolare per i fedeli musulmani nel periodo di Ramadan. È quando prevede ogni anno il ministero della Giustizia per le persone detenute nelle carceri italiane. Anche a Varese la circolare ministeriale è puntualmente arrivata circa un mese fa. «I fedeli musulmani sono già autorizzati durante l’anno a riunirsi in un’aula per la preghiera del venerdì – spiega la responsabile dell’area educativa della Casa circondariale varesina Maria Mongiello -. C’è una costante attenzione anche ai cibi cucinati e, per chi lo chiede, la carne di maiale viene sostituita con formaggio. Per il periodo del Ramadan tutte queste disposizioni sono state ulteriormente intensificate».
Ai fedeli è stato fornito un calendario con gli orari delle preghiere e, per chi digiunava, il cibo veniva tenuto da parte e distribuito solo dopo il tramonto. A Varese ci sono poco più di quaranta detenuti stranieri e di questi circa venti hanno partecipato alle preghiere. «Abbiamo deciso di organizzare un momento di festa alla fine di questo percorso – racconta Mongiello -. Venerdì 11 settembre dalle 13 alle 15 i fedeli, gli operatori e il nuovo cappellano Don Marco si ritrovernanno nella sala colloqui per pranzare insieme. Un detenuto cucinerà un piatto tipico musulmano, il cous cous. Purtroppo non siamo riusciti a trovare dolci tipici e quindi abbiamo deciso di optare per un "classico" tiramisù».
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