Processo Lolita, è il giorno di Mucci

Il sindaco di Gallarate chiamato a testimoniare nella vicenda che vede accusati di concussione ambientale Gigi Bossi, Federica Motta e Riccardo Papa. Non si presenta, invece, l'assessore all'urbanistica Massimo Bossi

E’ il giorno della politica per il processo per concussione a carico di Gigi Bossi, ex-dirigente dell’urbanistica gallaratese, Federica Motta, architetto e compagna di Bossi, e Riccardo Papa, ex-presidente dell’ordine degli architetti. I tre sono accusati dalla Procura di Busto Arsizio di aver messo in piedi un sistema per il quale chi voleva costruire a Gallarate doveva far firmare i progetti ad uno dei due o a entrambi i professionisti in modo da vedere velocizzata la loro pratica edilizia. Dopo mesi di dibattimento e di testi ascoltati è giunto il momento questa mattina, giovedì, del sindaco di Gallarate Nicola Mucci, presente, e del suo assessore all’urbanistica e prossimo candidato sindaco di Gallarate, Massimo Bossi, che invece non ha testimoniato.

«Nessuno si è mai lamentato con me del fatto che Gigi Bossi favorisse l’architetto Federica Motta, la loro frequentazione era cosa nota a tutti». Il sindaco di Gallarate Mucci ha risposto così alla domanda del pm Roberto Pirro riguardo al legame affettivo presente tra i due mentre alla presunta lagnanza fatta dal costruttore Leonida Paggiaro allo stesso primo cittadino, rilevata dall’avvocato Palumbo risponde: «Con Paggiaro non ho rapporti di amicizia, lo conosco perchè opera nel mio comune e non ricordo di sue lamentele su questo problema». Mucci è tranquillo e risponde con l’aplomb che lo contraddistingue a tutte le domande ma quando il pm chiede al sindaco-teste: «Lei è a conoscenza dei principi cardine del codice deontologico e sa dove è affisso in comune?», la risposta è tentennante: «Ora non li ricordo bene ma credo senz’altro che tra questi c’è la richiesta di agire secondo giustizia e nella maniera più corretta. Non credo di ricordare dove sia affisso».

Pirro cerca di sondare fino a che punto la politica non sapesse quello che accadeva all’interno dell’ufficio tecncico del comune e quando ricorda a Mucci alcuni episodi tra i quali l’ormai famosa mediazione Sci, nella quale Bossi avrebbe intascato oltre 400 mila euro tramite la sua compagna Federica Motta e l’abbattimento della ciminiera nell’area Cantoni, il primo cittadino non si scompone: « Non sapevo nulla di questa storia ma io non mi sarei comportato in quel modo. D’altra parte, però, molti dipendenti dei comuni hanno un lavoro extra e la questione andrebbe affrontata in maniera molto più ampia – risponde il sindaco – per quanto riguarda la ciminiera abbattuta ricordo che l’assessore Bossi si arrabbiò molto. Gigi Bossi non fece nessun verbale? Male, andava fatto». Il pm, infine, ricorda al sindaco che Gigi Bossi, a partire dal novembre 2009, era stato reintegrato con lo stesso livello in altro settore degli uffici comunali e poi mandato a Somma Lombardo come capo dell’ufficio lavori pubblici.  Nell’udienza di questa mattina appariva nella lista testi anche l’assessore Massimo Bossi che, invece, non si è presentato.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Novembre 2010
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